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    Politica
    18 Maggio 2024
    Porta d’Italia, Tidei: “Occasione epocale per il nostro territorio”

    SANTA MARINELLA (RM) – Il progetto della nuova provincia sembra esserci incagliato. E così, dopo le approvazioni date al progetto da parte dei Consigli comunali di Santa Marinella, Civitavecchia, Fiumicino e Ladispoli, ora si è arrivati in una fase di stallo. A Tolfa, Allumiere, Tarquinia e Cerveteri per il momento della Porta d’Italia non si parla. Montalto di Castro, poi, si è tirata fuori definitivamente. Tutto questo accade perché il Pd a livello provinciale e regionale ha espresso un netto rifiuto rispetto al progetto, condizionando dunque la scelta di diversi consiglieri comunali dei municipi interessati. A difendere a spada tratta la nuova provincia, torna, ancora un volta, Pietro Tidei. Il sindaco di Santa Marinella (che pure del Pd fa parte, per il momento) prende carta e penna e verga una nota nella quale spiega tutti i vantaggi che la nuova area vasta porterebbe al territorio. “I cittadini – scrive Tidei – hanno il diritto di sapere la verità sulla nascita di questo nuovo Ente.  Ho sentito, negli ultimi giorni, tante notizie false, dovute forse alla non conoscenza della questione. In passato fui contrario ad una possibile coesione tra Viterbo e Civitavecchia poiché non avrebbe portato alcun beneficio alla popolazione, e al territorio. Oggi, al contrario,  staccarsi dalla Città Metropolitana di  Roma e creare una nuovo ente che unisca città come Civitavecchia e Fiumicino, accomunate peraltro, come tutte le località del litorale, da una economia legata alla fruizione e valorizzatore del mare, rappresenta una opportunità di  sviluppo per l’intero territorio. Ma, le motivazioni per cui è opportuno  procedere in questa direzione sono anche altre e le vorrei ricordare a quanti invece seguitano a contestare la nascita della nuova provincia. Ricordo infatti che si sta discutendo al governo per la nascita della  ‘autonomia differenziata’. Questo sta a significare che molte competenze  oggi ancora dello Stato centrale saranno trasferite alle Regioni che però, è bene chiarire, secondo la Costituzione sono enti che legiferano, ma non amministrano in prima persona i territori. Compito che invece avranno le Province. E’ dunque evidente che tutti i comuni che aderiranno al progetto Porta D’Italia avranno molta più voce in capitolo, tanto per essere espliciti, interagiranno con la Provincia per risolvere le vere problematiche  ed esigenze della popolazione. E mi riferisco a competenze  specifiche ma anche a maggiori risorse per sanità , turismo, solo  per fare degli esempi. Le province torneranno dunque a svolgere tutte le loro funzioni, e so bene di cosa si parla avendo ricoperto diversi ruoli , per venti anni nell’ ex Provincia di Roma, tra i quali quello di assessore al bilancio. In futuro se  andrà in porto il progetto della  costituzione  di Porta d’Italia ci saranno solo benefici anche sul piano economico. Concludo chiedendo a chi oggi è ancora scettico, o fa propaganda contraria quale futuro può aver un comune se  fa parte di una ente, ovvero  Città Metropolitana che  raggruppa 121 comuni  per altro ubicati in territori non omogenei? Poche o nulle. Al contrario è evidente che una  provincia più piccola formata da comuni che hanno realtà territoriali ed economiche omogenee, offre molte più garanzie anche sul piano della gestione di risorse e finanziamenti. Ogni comune sarebbe dunque protagonista  assoluto  all’internò della nuova provincia. Per questo  concludo  asserendo che non possiamo perdere questa occasione, direi epocale”.