di Simona Tenentini
VITERBO – Stava programmando un attentato e a farsi esplodere sarebbe stato un kamikaze.
A tradire il il presunto boss della mafia turca arrestato stamattina a Viterbo, una microspia inserita nel braccialetto elettronico grazie alla quale la polizia, ascoltando le sue telefonate, è riuscita a sventare il piano terroristico in collaborazione con la polizia turca.
“Dammi una settimana di tempo, sto facendo grandi preparatorie: tutta la Turchia ne parlerà”, aveva detto Boyun ai suoi, facendo intendere dell’attentato in preparazione.
Boyun, di origine curda, è un membro del Pkk, e a marzo ha subito un attentato a Crotone.
Per lui nel 2022, la Turchia aveva presentato richiesta di estradizione, poichè ritenuto personaggio ad alto rischio per essere il presunto autore di 19 omicidi e tentati omicidi in patria tra il 2019-2020, la Corte di Appello di Bologna la negò, però, per la mancanza di garanzie sui diritti umani nelle carceri turche.
All’epoca dei fatti Boyun risultava “indagato nell’ambito di un procedimento penale pendente in Turchia nel quale era chiamato a rispondere dei reati di omicidio, lesioni personali, minacce, partecipazione a un’associazione per delinquere e violazione della disciplina sulle armi”.
Stamattina l’arresto a Bagnaia, frazione di Viterbo.
Ecco il video: