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    Energia e ambiente, Politica
    23 Maggio 2024
    Rifiuti radioattivi nella Tuscia, la Regione dice no

    ROMA – Nella giornata di ieri, 22 maggio 2024, il Consiglio regionale del Lazio ha approvato all’unanimità una mozione avente oggetto “Deposito nazionale stoccaggio rifiuti radioattivi, iniziative volte a tutelare il territorio della regione Lazio e della Tuscia Viterbese”.

    Con l’atto si impegna il Presidente Rocca e la Giunta regionale “a porre in essere ogni iniziativa utile finalizzata a scongiurare la realizzazione del Parco Tecnologico e del Deposito Nazionale, destinato allo stoccaggio di rifiuti radioattivi a bassa e media e alta intensità, in una delle 21 aree idonee individuate nel territorio della Regione Lazio, nel rispetto delle scelte delle comunità locali, del diritto alla autodeterminazione e della salvaguardia dei territori dell’ambiente e dell’economia locale”.

    Il decreto legislativo n. 31 del 2010 ha definito il riassetto della disciplina dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi, prevedendo la costruzione, in un’area idonea da individuare di circa 150 ettari, di un Parco Tecnologico all’interno del quale collocare un Deposito Nazionale destinato allo stoccaggio di rifiuti radioattivi a bassa e media intensità dalla filiera sanitaria, industriale e di ricerca, e rifiuti radioattivi ad alta intensità provenienti prevalentemente dalle quattro ex centrali nucleari.

    La SOGIN, individuata con il decreto 31/2010 a definire una proposta di Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI) alla localizzazione del parco tecnologico e del deposito, sulla base dei criteri indicati dall’IAEA e dall’Agenzia per la sicurezza nucleare, in data 02/01/2015 ha reso noto l’elenco di n. 67 siti con caratteristiche idonee ad accogliere le scorie nucleari. Una successiva scrematura sulle aree individuate ha portato alla individuazione di 51 siti idonei.

    Delle 51 aree individuate ben 21 risultano nel territorio della Regione Lazio tutte concentrate nella provincia di Viterbo, in particolare nei comuni di Montalto di Castro, Canino, Cellere, Ischia di Castro, Soriano nel Cimino, Vasanello, Vignanello, Corchiano, Gallese, Tarquinia, Tuscania, Piansano, Arlena di Castro, Tessennano.

    Va evidenziato, inoltre, che nessuno dei Comuni nel cui territorio ricadono le 51 aree individuate nella Carta Nazionale delle Aree Idonee (CNAI) ha espresso il proprio consenso alla realizzazione del Parco Tecnologico e del Deposito Nazionale (Trino Vercellese che in prima battuta aveva espresso parere favorevole ha successivamente ritirato la sua candidatura).I comuni, la Provincia di Viterbo e tutte le forze politiche della Tuscia hanno da subito manifestato una forte opposizione allo stoccaggio di rifiuti radioattivi nel Viterbese. Negli anni sono state presentate e accolte numerose mozioni sull’argomento.

    Per questo motivo, tutte le forze politiche del Consiglio regionale, con in testa i rappresentanti della Tuscia Sabatini, Panunzi e Zelli, hanno redatto l’atto di impegno per la Giunta per scongiurare l’arrivo di rifiuti radioattivi nei comuni della provincia di Viterbo. Mozione approvata all’unanimità dal Consiglio regionale del Lazio.