SORIANO NEL CIMINO – La scuola secondaria di primo grado “Monaci” di Soriano nel Cimino, nell’ambito della Notte bianca della legalità ha avuto l’onore di ospitare la dottoressa Caterina Chinnici. Europarlamentare, magistrato, figlia di Rocco Chinnici fondatore del pool antimafia, ma soprattutto una donna, che in un racconto di circa due ore ha analizzato, tra aneddoti personali e fatti di cronaca, gli ultimi sessant’anni di storia, partendo dal 1965, quando otto donne vinsero il concorso da magistrato. Premettendo che nella sua famiglia si veniva apprezzati per il proprio valore, senza distinzioni di genere, così come le hanno insegnato ha intrapreso il suo cammino con “schiena dritta, testa alta, ma soprattutto impegno”, conscia delle rinunce che le donne fanno per una giusta causa, per un impegno civile che profondamente sentono: lei per prima. Cresciuta in una famiglia in cui l’impegno era un cardine fondamentale, negli anni delle stragi in centro città, con un padre nel mirino della mafia, ma con una madre che è sempre riuscita a mantenere una serenità domestica, anche dopo l’attentato. Cresciuta con un “patrimonio affettivo” importante, non solo per avere come padre Rocco Chinnici, ma aver avuto sempre in casa i suoi più cari e stretti collaboratori, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, da cui molto ha imparato, come il “metodo di lavoro” nel seguire gli assegni per i traffici degli arricchimenti illeciti e il “lavoro di squadra” affinché la rete si stringesse attorno a tutti coloro che affrontarono poi il maxiprocesso dal 1986 al 1992. Cresciuta con un padre che aveva fiducia nelle nuove generazioni e che iniziò ad andare nelle scuole per spiegare che solo la cultura rende liberi e non i soldi facili di “cosa nostra”. Cosciente che qualcosa stesse cambiando, specie dopo l’assassinio del generale Dalla Chiesa, con un padre divenuto “uomo di tutela” e la consapevolezza che la mafia lo avrebbe colpito, con tutta la sua simbologia.
Cosciente che il ruolo delle donne in politica abbia un taglio diverso, grazie all’empatia, alla capacità di assumere responsabilità e di risolvere problemi, ha esposto le motivazioni che l’hanno portata alla candidatura per il parlamento europeo, affinché le conoscenze fin qui acquisite possano essere utili alla creazione di norme anticorruzione e antiriciclaggio, perché la mafia, checché se ne dica, non è solo un fenomeno italiano. Gli interventi, a fine conferenza, del presidente della Provincia Alessandro Romoli, del consigliere regionale Enrico Panunzi, dell’assessore alla Cultura Rachele Chiani e della responsabile per le politiche sociali Coop Tirreno, hanno avvalorato quanto esposto dall’onorevole Chinnici.
Presenti, oltre alle cariche istituzionali sopra citate, il questore di Viterbo Luigi Silipo, il maggiore Felice Bucalo dell’arma dei carabinieri, il comandante della polizia municipale Antonio Presutti, i comandanti dell’arma e i sindaci dei comuni di Soriano, Bomarzo, Gallese e Vasanello, il gruppo volontari Anps di Viterbo, il luogotenente C.S. Paolo Lonero. La dirigente Emilia Conti ha ricordato e ringraziato anche l’ex questore di Viterbo, Fausto Vinci per aver preso contatti con l’onorevole Chinnici. Prima dell’incontro con Caterina Chinnici, nel pomeriggio, la Notte bianca della legalità dell’istituto comprensivo “Monaci” di Soriano nel Cimino ha stupito per la creatività profusa negli elaborati dei ragazzi delle scuole secondarie e primarie, ma anche di tutte le sezioni dell’infanzia di Soriano, Bassano in Teverina, Bomarzo, Gallese e Vasanello. I “Ritratti di donne”, tema della manifestazione, hanno analizzato ed esaltato ogni aspetto della vita, della cultura, della scienza e dell’arte attraverso l’universo femminile, con elaborati di differenti generi, in parte di denuncia, ma soprattutto di speranza. Ecco così snodarsi, un fotogramma dopo l’altro, una pellicola che percorre ogni corridoio dei cinque piani della scuola secondaria, fino ad incontrare il Muro della felicità, con mattoni/post-it su cui annotare un momento di pura serenità, ma ad ogni piano nelle aule c’è un aspetto diversamente curato, come l’installazione che racconta il faticoso percorso delle donne nel dopoguerra, come fiori recisi che hanno resistito e raggiunto il diritto al voto, la leggenda delle mille gru, le avveniristiche creazioni di moda con materiali inusuali, le donne della scienza e della tecnica con le loro scoperte e i Nobel negati, donne appese a un filo del destino, pubblico o privato che sia, che le ha rese vittime innocenti di una rete di violenze, rivisitazioni di famosi dipinti femminili con la palese denuncia dei soprusi subiti e tanto, tanto altro, fino a raggiungere l’ultimo piano, con l’immagine della Nike di Samotracia, che seppur acefala e senza braccia, elegantemente si erge a simbolo di Vittoria, sperando diventi per tutti gli adolescenti, che troppo spesso si sentono imperfetti o inadeguati, simbolo della propria meravigliosa unicità.