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    Cultura e Spettacoli, Politica
    14 Giugno 2024
    Santa Marinella, la gestione del Castello di Santa Severa diventa un caso

    La nuova bozza di convenzione per l’amministrazione del complesso monumentale proposta da LazioCrea agita le acque all’interno della maggioranza 

     

    di Marco Gubetti

     

    SANTA MARINELLA (RM) – Acque agitate all’interno dell’Amministrazione comunale di Santa Marinella. A rialzare la temperatura nella maggioranza che sostiene il sindaco Pietro Tidei, questa volta è la gestione del castello di Santa Severa. Da anni, il maniero è passato di proprietà dal Comune alla Regione e La Pisana lo gestisce attraverso la società di servizi LazioCrea e l’aiuto del Comune. Fino alla scorsa settimana questa sorta di coabitazione Regione-Municipio nel Castello aveva funzionato senza troppi intoppi sulla base di una specifica convezione tra i due enti e se qualche volta il Comune non riusciva a onorare tutti gli impegni economici previsti dal documento, la Giunta Zingaretti chiudeva un occhio. All’inizio della scorsa settimana ecco il fulmine a ciel sereno. Da LazioCrea viene inviata al Comune di Santa Marinella la bozza della nuova convenzione che fornisce nuove regole di co-gestione del complesso monumentale di Santa Severa, molto diverse da quelle precedenti. A ricevere il testo sono in pochi, solo i diretti interessati alla questione, ma chi lo legge sobbalza sulla sedia. Le condizioni cambiano rispetto al passato e, tutte, a sfavore, del Comune. Ci si aspetterebbe una reazione veemente da par suo del sindaco, e invece niente. L’assessore alla Cultura, Gino Vinaccia, la delegata al castello di Santa Severa, Paola Fratarcangeli, il direttore del Polo museale, Flavio Enei, e il presidente del Consiglio comunale, Emanuele Minghella – giovedì scorso, dopo un vertice a quattro, decidono di chiedere al sindaco di intervenire pubblicamente, mettendo a conoscenza l’intera comunità di quello che sta accadendo. Tidei, però, rintuzza le proteste dei suoi amministratori e cerca di sopirne i malumori, facendo capire, in sostanza, che non è il  momento di creare frizioni con la Regione. A questo punto Vinaccia, Minghella, Enei e Fratarcangeli decidono di andare avanti lo stesso e, contro la volontà del sindaco, diffondono a tutti i consiglieri e alla stampa il testo della bozza della nuova convenzione, denunciandone tutte le storture. “E’ un vero e proprio contratto-capestro – spiega Gino Vinaccia a LaCronaca24 -. Per il Comune diminuiscono gli spazi a disposizione e la capacità di intervento e allo stesso tempo aumentano costi e oneri”. Il dado è tratto. La polemica è scoppiata e il Pd, di cui Paola Fratarcangeli fa parte, esce allo scoperto con una nota dove punta il dito contro LazioCrea. Il prossimo passo che Vinaccia e gli altri “ribelli” hanno in programma adesso è quello di concordare al più presto con tutte le forze politiche la convocazione di un Consiglio comunale ad hoc per affrontare e risolvere la questione. Tidei, per il momento, continua a tacere.