La nuova bozza di convenzione per l’amministrazione del complesso monumentale proposta da LazioCrea agita le acque all’interno della maggioranza
di Marco Gubetti
SANTA MARINELLA (RM) – Acque agitate all’interno dell’Amministrazione comunale di Santa Marinella. A rialzare la temperatura nella maggioranza che sostiene il sindaco Pietro Tidei, questa volta è la gestione del castello di Santa Severa. Da anni, il maniero è passato di proprietà dal Comune alla Regione e La Pisana lo gestisce attraverso la società di servizi LazioCrea e l’aiuto del Comune. Fino alla scorsa settimana questa sorta di coabitazione Regione-Municipio nel Castello aveva funzionato senza troppi intoppi sulla base di una specifica convezione tra i due enti e se qualche volta il Comune non riusciva a onorare tutti gli impegni economici previsti dal documento, la Giunta Zingaretti chiudeva un occhio. All’inizio della scorsa settimana ecco il fulmine a ciel sereno. Da LazioCrea viene inviata al Comune di Santa Marinella la bozza della nuova convenzione che fornisce nuove regole di co-gestione del complesso monumentale di Santa Severa, molto diverse da quelle precedenti. A ricevere il testo sono in pochi, solo i diretti interessati alla questione, ma chi lo legge sobbalza sulla sedia. Le condizioni cambiano rispetto al passato e, tutte, a sfavore, del Comune. Ci si aspetterebbe una reazione veemente da par suo del sindaco, e invece niente. L’assessore alla Cultura, Gino Vinaccia, la delegata al castello di Santa Severa, Paola Fratarcangeli, il direttore del Polo museale, Flavio Enei, e il presidente del Consiglio comunale, Emanuele Minghella – giovedì scorso, dopo un vertice a quattro, decidono di chiedere al sindaco di intervenire pubblicamente, mettendo a conoscenza l’intera comunità di quello che sta accadendo. Tidei, però, rintuzza le proteste dei suoi amministratori e cerca di sopirne i malumori, facendo capire, in sostanza, che non è il momento di creare frizioni con la Regione. A questo punto Vinaccia, Minghella, Enei e Fratarcangeli decidono di andare avanti lo stesso e, contro la volontà del sindaco, diffondono a tutti i consiglieri e alla stampa il testo della bozza della nuova convenzione, denunciandone tutte le storture. “E’ un vero e proprio contratto-capestro – spiega Gino Vinaccia a LaCronaca24 -. Per il Comune diminuiscono gli spazi a disposizione e la capacità di intervento e allo stesso tempo aumentano costi e oneri”. Il dado è tratto. La polemica è scoppiata e il Pd, di cui Paola Fratarcangeli fa parte, esce allo scoperto con una nota dove punta il dito contro LazioCrea. Il prossimo passo che Vinaccia e gli altri “ribelli” hanno in programma adesso è quello di concordare al più presto con tutte le forze politiche la convocazione di un Consiglio comunale ad hoc per affrontare e risolvere la questione. Tidei, per il momento, continua a tacere.