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    15 Giugno 2024
    Piazza Lazio, l’alba del giorno dopo: contestazione a Lotito, 10000 e sentimento

    Dopo il tumulto del pomeriggio di ieri, protesta di sentimento dei tifosi biancocelesti, in casa Lazio l’alba del giorno deve necessariamente far riflettere. Un vero e proprio corteo, civile e vivace, per emanare alla società un messaggio forte e chiaro: il tifoso, chi vive Lazio da generazioni, ha la sua importanza. Che i rapporti tra Curva, Tevere e popolo biancoceleste nei confronti di patron Lotito non siano stati sempre idilliaci sarebbe sottolineare ovvietà; ma forse, esattamente 20 anni dopo il salvataggio del club da parte dell’imprenditore capitolino dalla crisi societaria post banche, Cirio e Cragnotti, questo è il momento più basso del rapporto tra presidenza e tifoseria. Alla base c’è presunta mancanza d’ambizione: le mosse tecniche, tra fine era dell’amato Sarri e brevissimo regno Tudor, tra mille partenze illustri e porte scorrevoli, che nell’opinione popolare significano smantellamento. Più che rifondazione (per carità, siamo soltanto ad inizio giugno, ndr) sembra effettivo smantellamento. E l’iconografia più popolare del contesto, la mossa finale che ha fatto scaturire l’ira della piazza, è stata la scelta di Marco Baroni: tecnico onesto e valoroso, ma esperienza di 60 e passa anni soltanto tra provincia e lotte salvezza. Una piazza bollente che ieri, a cavallo tra partenza da stadio Flaminio in cammino fino a ponte Milvio, ha registrato fino a 10000 adesioni. Non solo movimento Ultrà: persone di tutte le età, generazioni e famiglie. In tanti chiedono la testa del presidente, spingendolo a vendere il club. Ma Lotito non ne ha minima intenzione: resterà al timone. Ecco perché serviranno sue risposte. Dal club. Tra cori e fumogeni, protesta pacifica. “I tifosi devono contare” tra gli slogan più sostenuti. Striscioni, cori, bandiere. Lazialità e sentimento.