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    24 Giugno 2024
    F1 Barcellona, l’alba del giorno dopo: ancora e sempre Max, ruggito Hamilton, scintille Ferrari

    Un Gran Premio pieno e pregno di contenuti. Attesissimo, come sempre, tradizione Barcellona. Ma in Catalogna certamente le Ferrari non hanno scritto le pagine più radiose della loro storia, stavolta. Stavolta no. E c’è tensione. Scintille pure. Un quinto e sesto posto che delude le aspettative. Soprattutto fa male considerando palesi schermaglie. A distanza, ma nemmeno troppo. Complice un sorpasso ed una manovra, quella di Sainz ai danni di Leclerc, arrivata all’inizio e palesemente mai digerita dal monegasco. Aveva voglia Carlos, in scadenza, di mettersi in mostra davanti alla sua patria. Leclerc sostiene quanto e come quel sorpasso abbia danneggiato gara e scuderia, ignorando una certa gerarchia; dall’altra parte Sainz risponde che non può star dietro tutta la vita. Separati in casa, dunque, ormai. Ma c’è da chiudere bene quest’anno. Vasseur prova a metterci una pietra sopra, spiegando che non sarebbe cambiato niente. L’unica nota lieta di Barcellona, in chiave ferrarista, paradossalmente diventa solo Lewis Hamilton: torna l’hammer time, il tempo del martello, terzo posto e ritorno a podio vecchie maniere, straordinario, per un terzo e quarto posto delle Mercedes che anticipano le rosse considerando la stessa quarta posizione di Russell, autore egli stesso di una partenza sontuosa, vecchio stampo, emozionante e da applaudire. Norris prende punto del giro veloce, sfrutta la pole non riesce a vincere: trionfa chiaramente ancora Verstappen, campione in carica che adesso, anche quest’anno, comincia a far veramente il vuoto in classifica piloti. Per lui il settimo trionfo stagionale su dieci GP disputati, terzo consecutivo nella pista di Barcellona.