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    29 Giugno 2024
    Santa Severa (Rm) – Dall’antica “Perla del Tirreno” a luogo di abbandono e degrado

    La frazione di Santa Marinella è irriconoscibile, uno schiaffo al turismo di lusso e all’antica storia del luogo dove imperversano i vigili urbani per fare multe vessando i villeggianti

    SANTA SEVERA – Santa Severa, un tempo conosciuta come la “Perla del Tirreno”, è oggi un esempio lampante di come il degrado urbano possa trasformare un gioiello costiero in un luogo poco accogliente e malsano. Situata a circa 50 chilometri a nord di Roma e parte del comune di Santa Marinella, Santa Severa è rinomata per il suo mastodontico castello medievale che domina il mare e per la sua storia millenaria. Tuttavia, il presente di questa località turistica è segnato da abbandono e incuria.

    Passeggiando per le vie di Santa Severa, è impossibile non notare l’erba alta che cresce indisturbata e gli alberi non potati che ostruiscono i marciapiedi e le strade. Le strade stesse sono sconnesse, con buche che mettono a dura prova sia pedoni che automobilisti. I cartelli stradali sono spesso divelti o illeggibili, rendendo difficile orientarsi e compromettendo la sicurezza. Ovunque si volga lo sguardo cumuli di rifiuti, testimonianza di una gestione della raccolta inefficace e di una comunità che sembra aver perso la cura per il proprio ambiente.

    Nonostante il degrado attuale, Santa Severa vanta una storia straordinaria. Già nel Neolitico e nell’età del Bronzo, l’area era abitata, come testimoniano i ritrovamenti ceramici.

    Successivamente, divenne il sito dell’importante abitato etrusco di Pyrgi, uno dei principali porti di Caere (l’odierna Cerveteri). Frequentata da mercanti greci e fenici, Pyrgi ospitava un celebre santuario dedicato alla dea Uni (assimilata alla fenicia Astarte). Virgilio stesso menziona Pyrgi nell’Eneide.

    Con la colonizzazione romana nel 264 a.C., furono erette maestose mura ciclopiche, ancora parzialmente visibili. Durante il Medioevo, sulle rovine dell’antico porto si sviluppò un borgo medievale affiancato da un castello dell’XI secolo. Nel 1068, il castello e la chiesa furono donati all’abbazia di Farfa, passando poi a varie famiglie nobili fino al 1482, quando Papa Sisto IV li donò al Pio Istituto Santo Spirito. Il castello fu ristrutturato nella seconda metà degli anni ’60, ma da allora poco è stato fatto per mantenerlo in condizioni adeguate.

    Oggi, Santa Severa è una frazione di Santa Marinella, nota per le sue spiagge e il castello medievale, che si estende lungo la via Aurelia per circa 3 chilometri. Nonostante la sua importanza storica e turistica, la frazione soffre di una cronica mancanza di manutenzione e investimenti. Le strade sono divise in gruppi tematici (piante, civiltà storiche, personaggi storici, fiumi), ma questa caratteristica non è sufficiente a mascherare i segni di abbandono.

    La stazione ferroviaria di Santa Severa, situata lungo la Ferrovia Tirrenica, è stata a lungo di difficile accesso per i pedoni, costretti ad attraversare la pericolosa via Aurelia. Solo recentemente, nel 2022, è stato introdotto un servizio di navetta gratuita che migliora l’accessibilità alla stazione, ma questo è solo un piccolo passo verso la risoluzione dei numerosi problemi infrastrutturali.

    Il degrado di Santa Severa rappresenta una sfida enorme per il futuro di questa località dalla storia incredibile e dal mare stupendo. Le autorità locali deve lavorare per questa comunità abbandonata al degrado per recuperare il decoro urbano, migliorare le infrastrutture e promuovere il patrimonio storico e culturale della città. Solo così Santa Severa potrà riscoprire il suo antico splendore e tornare ad essere la “Perla del Tirreno” che merita di essere.

    In conclusione, Santa Severa è un luogo che ha molto da offrire, ma che necessita urgentemente di interventi per risolvere i problemi di abbandono e degrado che ne compromettono la vivibilità e l’attrattività. La storia e la bellezza naturale di questa località meritano di essere valorizzate e preservate per le future generazioni.