Adesso sì. Il Frosinone volta pagina. E lo fa francamente nella maniera migliore, un mese dopo quel dramma collettivo chiamato Udinese che spense il sogno giallazzurro più grande, la prima storica permanenza in massima serie. Quando hai accarezzato una salvezza così da vicino e invece ti svegli dopo aver vissuto l’incubo retrocessione, ricostruire presente e futuro è complicatissimo. Ma da ieri sera, finalmente, il Frosinone è ripartito. L’ha fatto con l’annuncio più atteso, la fine del tormentone di un intero giugno: l’ufficialità del nuovo tecnico, Vincenzo Vivarini, finalmente libero dopo tre stagioni (splendide, ndr) a Catanzaro. E oggi, martedì 2 luglio, giorno di abbracci, sorrisi, presentazione. Tempo di voltare definitivamente le spalle al passato, ad un Di Francesco che ha scelto Venezia, per sposare un allenatore che invece ha fortunatamente voluto la Ciociaria, scelta e sognata come step perfetto per lanciare definitivamente la sua carriera. Sa lavorare coi giovani, sa far calcio offensivo, sa creare in tutte le categorie soluzioni e trame innovative, straordinarie. Ecco perché è sempre stata la prima scelta di Stirpe e di Angelozzi, quel direttore che, dopo aver tentennato complice sirene e corteggiamenti, ha scelto di restare, ancora una volta. E rilanciare. “Inizia una nuova avventura, molto stimolante. Una piazza di altissimo livello. Tanto entusiasmo, tanta voglia di fare bene. Abbiamo scelto Frosinone perché conosciamo l’ambizione del Presidente. A me piace esser me stesso, non maschero, voglio che la gente mi apprezzi per ciò che sono. Poche chiacchiere. Voglio lavorare tanto, soprattutto in campo”. Prime parole, prime foto di rito, che il tecnico ha voluto fortemente assieme a tutto quello che sarà il nuovo staff tecnico: Milani l’allenatore in seconda, Zambardi il preparatore dei portieri, Carcarino match analyst, mentre a Del Fosco, Santucci e Fonte spetterà la parte atletica. Una conferenza in cui Angelozzi ha presentato tutti i cambiamenti che vertono sullo staff medico, sostenendo quanto e come la dirigenza riteneva fosse giusto un totale cambiamento: entrano infatti i dottori Tamburrini e Cea.