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    Cronaca, Politica
    4 Luglio 2024
    Approvato il decreto “Carcere sicuro”, cosa cambia per i detenuti

    Previsti mille nuovi agenti penitenziari, aumento dei dirigenti e istituzione di un albo di Comunità che potranno accogliere i detenuti. A sorpresa l’introduzione del reato di “peculato per distrazione”

    ROMA – Approvato in Consiglio dei ministri e battezzato dal governo ‘Carcere sicuro’, è una prima risposta dell’esecutivo alla situazione di emergenza degli istituti penitenziari che vedono un sovraffollamento di 10 mila detenuti, oltre alle drammatiche cifre dei suicidi, in questi primi sei mesi, mai così alte.Nuovi agenti, nuove disposizioni e nuove regole contenute nei 16 articoli del Decreto volto ad ad alleggerire e reinserire.Al centro del decreto l’istituzione di un albo di comunità che potranno accogliere alcune tipologie di reclusi – come quelli con residuo di pena basso, i tossicodipendenti e quelli condannati per determinati reati – i quali potranno scontare così la parte finale della loro condanna.Semplificazione e lo snellimento delle procedure per la concessione della liberazione anticipata (o di misure alternative) che potrebbe diventare automatica.Le misure alternative potranno essere decise non più in via provvisoria, ma definitivamente e più rapidamente dal magistrato di sorveglianza, senza passare per il tribunale collegiale. “Questo intervento è frutto di una visione orientata sull’umanizzazione carceraria”, ha dichiarato il guardasigilli Carlo Nordio, che proprio per questo guarda al reinserimento sociale e alla possibilità di trasferire in Comunità chi soffre di specifici disagi e dipendenze.Sulla liberazione anticipata: “Renderemo molto chiaro al detenuto il percorso ed i termini per goderne. Ci sarà una specie di ‘patto’ per mettere subito al corrente i detenuti di diritti e sconti che potrebbero ottenere comportandosi adeguatamente”.E aumenta anche il numero di telefonate verso i famigliari, “un piccolo aiuto per sostenerli psicologicamente” ha concluso il ministro.

    Che cosa prevede la riforma del sistema penitenziario

    Il nuovo decreto si concentra sull’ottimizzazione del reinserimento dei detenuti nella società. Secondo la nota diffusa dal Governo, il provvedimento prevede la creazione di un elenco di strutture residenziali adeguate ad accogliere e reintegrare socialmente i detenuti idonei, ma privi di un domicilio appropriato e di mezzi economici sufficienti.Il pubblico ministero dovrà indicare chiaramente nell’ordine di esecuzione della pena tutte le riduzioni previste dalle normative sulla liberazione anticipata, rendendo così immediatamente comprensibile ai detenuti la durata residua della pena in caso di ottenimento di tutte le riduzioni. Inoltre, il magistrato di sorveglianza avrà l’obbligo di verificare d’ufficio i requisiti necessari per la concessione dei benefici alternativi alla detenzione, come semilibertà, affidamento in prova e detenzione domiciliare. Il testo mantiene lo sconto di pena per buona condotta a 45 giorni ogni sei mesi.Il numero di telefonate mensili concesse ai detenuti sarà aumentato da 4 a 6. Inoltre, il decreto prevede l’assunzione di mille nuovi agenti penitenziari e un incremento del numero di dirigenti. Tuttavia, queste cifre sono considerate insufficienti rispetto alle reali esigenze del sistema carcerario.

    Introduzione del reato di peculato per distrazione

    All’interno del testo del decreto, denominato “Carcere sicuro”, è stata inserita una norma che riguarda l’abuso d’ufficio. Alla vigilia della discussione in Aula del disegno di legge che ne prevede l’abolizione, viene introdotto un nuovo articolo del codice penale. Questo disciplina “l’indebita destinazione di denaro o cose mobili”, una forma di peculato per distrazione, punibile con la reclusione da sei mesi a tre anni. Questo reato riguarda i funzionari pubblici che utilizzano risorse per scopi diversi da quelli legali.Il guardasigilli ha definito questa modifica come una “piccola norma, anticipata un anno fa”, spiegando che l’abolizione del reato di abuso d’ufficio avrebbe potuto lasciare un vuoto normativo. Senza questa modifica, l’Italia avrebbe rischiato una procedura d’infrazione da parte dell’Unione Europea.