“Parcheggiato” al check in senza alcuna spiegazione, lo sportivo, oggi chef, è rientrato amareggiato nella Tuscia dove vive e ha un’azienda agricola
PALERMO – Brutta avventura per l’ex campione di Rugby Andrea Lo Cicero, bloccato all’aeroporto di Palermo a causa di una borsa.
Il volo è della compagnia Ryanair che da Palermo lo riporterà a Roma, è lui stesso a raccontarci i fatti: “Avevo un bagaglio piccolo, uno zaino, quando sono stato fermato con la pretesa del pagamento della borsa. “Deve pagare il bagaglio” mi ha detto la signorina preposta ai controlli all’aeroporto di Palermo”.
Racconta Lo Cicero, incredulo per la richiesta. “Prima di me tutti erano passati con tanto di valigie, ma solo a me veniva intimato di pagare, così ho chiesto spiegazioni”.
In cambio per lui, campione di un sport che insegna condivisione e socialità, solo aggressività e mancanza di rispetto.
“Queste sono le regole se vuole partire è così” la risposta della stizzita operatrice.
Tra l’altro su un volo semi vuoto (dove il problema non erano quindi i bagagli) e arrivato con due ore di ritardo.
“È inaccettabile e vergognoso, certi comportamenti non possono e non devono essere tollerati. Alla mia richiesta di parlare con un responsabile, lei ha iniziato a chiamare diversi colleghi creando una sorta di cordone a suo sostegno, che non mi faceva passare, sempre senza fornirmi le motivazioni. Bloccato dentro l’aeroporto senza capire perché.
Io sono siciliano, questa è la mia terra ed una cosa del genere non mi era mai capitata, l’atteggiamento minaccioso di alcuni operatori (probabilmente di Ryanair) che invece di tutelare il passeggero lo abbandonano, lo trovo vergognoso”.
Immagine della sua terra da tutelare
“Così si compromette anche l’immagine della mia amata Sicilia. Ripeto, – ci tiene a sottolineare – quello che contesto è la modalità, io avrei (come ho fatto) pagato il supplemento ma la motivazione “se paghi voli o altrimenti rimani a terra”, rivolta solo a me, non posso accettarla”.
Il campione di Rugby, oggi chef, è rimasto nell’anonimato, “non mi interessava far sapere chi ero, tutti i viaggiatori meritano lo stesso rispetto, parliamo di una questione di principio. Dacci i soldi, ma noi non ti diamo nessuna spiegazione, con fare da mafiosetti non devono permetterselo con nessuno”.
Il pensiero va agli altri turisti
Il Barone, come è soprannominato Lo Cicero per le sue origini nobiliari catanesi, nobile lo è soprattutto nell’animo. “Sono indignato e preoccupato per le persone che si trovano nella stessa situazione, per di più se straniere, sono cose che non devono assolutamente accadere. Ho trovato arroganza e cattiveria gratuita, una porta chiusa in faccia e quindici persone che si spalleggiavano tra loro, mai viste così tante da quando viaggio”.
Il suo appello finale è alla dirigenza dell’aeroporto di Palermo
“Li invito a vigilare attentamente su questi soggetti e a prendere provvedimenti immediati per garantire che comportamenti del genere non si ripetano. È fondamentale che chi lavora in un contesto così delicato e di rilevanza internazionale, comprenda l’importanza del rispetto e della professionalità nel rapporto con il pubblico.
Non possiamo permettere che la prima o l’ultima impressione di chi arriva o parte dalla Sicilia sia negativa a causa dell’arroganza e della mancanza di educazione di pochi individui. È necessario un intervento deciso per tutelare l’immagine della nostra regione e garantire un servizio all’altezza delle aspettative dei passeggeri.
Confido in un intervento tempestivo e risolutivo da parte delle autorità competenti. Con rispetto, di chi lavora”.
Finalmente il rientro a Nepi, nel viterbese dove ha un’azienda agricola e prosegue la sua attività di Chef. “Ancora oggi che sono tornato nella mia amata Tuscia sono amareggiato”.