di Simona Tenentini
VITERBO – “Non conosco Vannacci ma vorrei leggere il libro della moglie”. Non rinuncia alla sua dialettica tagliente Alessandra Mussolini, quando le si chiede se ha letto l’ultimo libro del generale.
Una battuta al vetriolo che scivola con leggerezza in un’intervista a tutto tondo alla politica-scrittrice ieri ospite di Ombre Festival per presentare il suo libro “Il gioco del buio”.
“Un romanzo autobiografico – spiega – in cui però io sono presente fino all’età di circa 12 anni, dopodichè è un ritratto della mia famiglia, un quadro dei difficili rapporti familiari tra le figure più importanti della mia vita, in cui spiccano le figure femminili forti e decise, pronte a riscattarsi e a emanciparsi traendo forza dal proprio dolore”.
“Il mio essere madre – prosegue – è caratterizzato dall’ansia e dalla necessità di controllo, anche oggi che i miei figli sono grandi mi preoccupo se fanno tardi la sera. Nella vita riconosco che non bisognerebbe muoversi come me, essere sempre fatalista e cedere un pò meno all’istinto per fare spazio ad una maggiore razionalità.”
“In Italia c’è ancora molto da fare per i giovani -continua la Mussolini – per loro non ci sono occasioni o prospettive di lavoro e troppo spesso sono costretti ad andare all’estero.
Li contraddistingue la solitudine e l’uso smodato del cellulare li ha portati a perdere il contatto con la realtà, per questo penso sarebbe necessario uno sportello d’ascolto dedicato in tutte le scuole.”
Infine, un passaggio sul trend del momento l’Intelligenza Artificiale.
“A me piace molto e, soprattutto durante le campagne elettorali rappresenta uno strumento importantissimo. Del resto non ci possiamo sottrarre alle innovazioni, fanno parte dell’evoluzione dei tempi ed è assolutamente vietato rimanere indietro.”