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    12 Luglio 2024
    Wimbledon. Standing ovation Musetti, fuori a testa altissima: eterno Djokovic, adesso ancora Alcaraz

    Troppo Nole Djokovic pur per un grande, grandissimo Lorenzo Musetti. In finale va l’eterno campionissimo serbo che giocherà per la sua 10° volta l’ultimo atto di Wimbledon: lo fa rispettando i pronostici e battendo il giovane carrarino per tre set a zero, punteggi 6-4, 7-6, 6-4. Nole gioca una gara praticamente perfetta, perfetta soprattutto nei momenti cruciali, esperienza e classe del campione. Gli varrà pensate la 37° finalissima Slam, 37 come le primavere, che sembrano meno, decisamente di meno. Dedica la vittoria col suo classico timbro e marchio d’esultanza alla fine alla sua figlietta, che sta apprendendo violino, imitando proprio come si suona lo strumento, gesto che Wimbledon a dir la verità non prende alla grande e qualcuno fischia, come si fosse sentito provocato, soprattutto dopo gli accadimenti di inizio settimana. Djokovic sfiderà ancora una volta Alcaraz, fenomeno spagnolo che ha battuto Medvedev, campione in carica della competizione, contro cui Nole stavolta cercherà di prendersi la personale rivincita di una finale stellare, quella di un anno fa, finalissima che tutti auspichiamo possa esser così spettacolare ed emozionante fino all’ultimo respiro, colpo su colpo, esattamente come luglio 2023. Per Musetti applausi a scena aperta, cammino pazzesco, semifinale da sogno, definitiva consacrazione nel mondo dei grandi. Ne usciamo più forti, come tennis azzurro: adesso abbiamo un altro talento diventato grande, il futuro a 22 anni resta tutto dalla sua parte. Un percorso favoloso, tra stile, qualità ed educazione: ha semplicemente perso contro un’eterna leggenda più forte, contro la quale va detto che onestamente avrebbe meritato di vincere almeno un set. Ma queste semifinali rappresentano un traguardo storico. Finalmente quella continuità sempre desiderata, conquistata e dimostrata a questi livelli, malgrado debba migliorare su potenza e ritmo. Ma resta un successone. E’ arrivato più in fondo di Sinner. L’Italia ha un altro campioncino sbocciato, adesso: godiamocelo.