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    13 Luglio 2024
    Famiglia, casa, lazialità. E quella lettera a cuore aperto: così l’emozionante addio di Ciro Immobile

    Ne abbiamo scritto, parlato, narrato, descritto tutti i giorni. Non potevamo far altrimenti. Soprattutto perché parliamo della fine di una delle storie d’amore più belle del calcio moderno. La fine della favola tra capitan Immobile e la sua Lazio. Di cui ne ha incarnato valori e proprio intrinseca lazialità. Ne è stato simbolo, orgoglio e capitano, molto più dei 207 centri dal 2016 al 2024 con la maglia biancoceleste. Ieri sera è arrivata l’ufficialità: Immobile, 34 primavere, è un nuovo calciatore del Besiktas. Al canto del cigno ha scelto tramonto sul Bosforo. Il tempo la sera di volare a Fiumicino, prendere l’aereo direzione Instanbul, decollare, foto per preparare atmosfera dei tifosi bianconeri già sull’aereo, atterraggio e delirio dei sostenitori turchi, accolto da re assoluto. Ma quel che c’è stato prima è stata la parte più emozionante. Perché sì, forse una storia come questa avrebbe meritato un saluto, un saluto totale, magari al centro dell’Olimpico, un finale differente. Perché è stato uno dei simboli più grandi della storia della Lazio. Ma si sa, come ammesso, tempi, tempistiche e leggi del mercato di metà luglio non conoscono limiti di velocità. Ma un saltino in quello spogliatoio, girare un video a ruota libera, un’intervista a cuore aperto lanciata dai canali social della Lazio, l’ha fatto, eccome. E ha messo i brividi a tutti, nella sua semplicità. Quasi come fosse una lettera a cuore aperto, destinata a tutto il popolo laziale. “Sono circondato da tante emozioni dentro di me e credo che questi ultimi due o tre giorni, dover raggiungere una decisione così difficile, non è stato il massimo per me. Il ringraziamento e l’abbraccio più grande va a tutti i tifosi, alla gente laziale che mi ha fatto sentire a casa mia sin dal primo giorno. Abbiamo avuto insieme un percorso di crescita incredibile in questi otto anni. Roma è diventata la seconda casa mia e della mia famiglia. Mi sarebbe piaciuto abbracciarvi uno a uno. Adesso sono tifoso laziale, stiamo vicino al nuovo allenatore e alla squadra. Sto leggendo lettere da tre giorni, da bambini a gente più grande. Questa resterà sempre casa mia. Farò sempre il tifo per voi. Bellissima. Così come l’abbraccio a quel tifoso all’aeroporto che scoppia in lacrime: scene meravigliose. Poi bagagli, check-in, sguardo al futuro. Ciro entra all’aeroporto e vola via. Adesso è finita, davvero.