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    Cronaca
    15 Luglio 2024
    Sisma L’Aquila: per i giudici studenti morti per colpa loro, no risarcimenti

    Per i magistrati lo studente di Frosinone, Nicola Bianchi, avrebbe saputo di vivere in un edificio poco sicuro e sarebbe comunque rimasto in casa per poter sostenere all’indomani l’esame

    L’AQUILA – La Corte d’Appello di L’Aquila ha respinto sette ricorsi delle parti civili, confermando la sentenza di primo grado risalente ad aprile 2022 e riguardante il crollo dell’edificio in via Gabriele D’Annunzio 14, nel centro storico del capoluogo della Regione Abruzzo, dove ci furono 13 vittime. In sede penale, l’ingegnere unico imputato dei lavori di restauro del 2002 era stato assolto in via definitiva dalla Corte d’Appello di Perugia.

    Nel Civile il recente pronunciamento che ha ruotato in modo semplificativo sul giovane studente di Frosinone, Nicola Bianchi. In primo grado il giudice Monica Croci aveva riconosciuto addirittura il cento per cento di colpa alla vittima: Bianchi avrebbe saputo di vivere in un edificio poco sicuro e sarebbe comunque rimasto in casa per poter sostenere all’indomani l’esame. Un verdetto contro il quale la famiglia ha proposto Appello tramite l’avvocato Alessandro Gamberini del Foro di Bologna.

    In secondo grado il collegio giudicante ha nuovamente respinto l’istanza, assieme a quella di altre sei parti, tutti studenti universitari che abitavano quello stabile insieme ad altri.

    Secondo l’interpretazione dei giudici, gli studenti universitari non sarebbero morti perchè rassicurati e dunque indotti a rimanere nei loro alloggi dalla Protezione civile attraverso la Commissione Grandi Rischi, ma per una sorta di loro condotta incauta. Le famiglia non solo non avranno risarcimenti, ma dovranno pagare le spese legali.

    La battaglia legale si sposta ora in Cassazione.