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    Politica
    16 Luglio 2024
    Civitavecchia spranga la Porta d’Italia

    Il Consiglio comunale revoca la delibera favorevole alla nuova provincia che la maggioranza Tedesco aveva licenziato soltanto tre mesi fa. Gongola il Pd: “Messa la parola fine a questa pazzia”

     

    CIVITAVECCHIA – Passa la linea del Pd. E non poteva essere diversamente (forse) dal  momento che il nuovo sindaco di Civitavecchia, Marco Piendibene, insediatosi meno di tre settimane fa, è uno storico esponente dem. E così, oggi, il Consiglio comunale della città portuale ha votato per revocare la delibera che soltanto tre mesi la precedente maggioranza (di centrodestra) aveva licenziato per sostenere il progetto della nuova provincia. «Una scelta politica, rispettando con coerenza quanto scritto nel nostro programma», ha spiegato Piendibene nel suo intervento in aula. L’opposizione di centrodestra ha provato a difendere il progetto ma senza successo. Quasi inutile sottolineare che a questo punto, con una delle due città più importanti della costituenda provincia (l’altra è Fiumicino) che dichiara la propria indisponibilità a proseguire l’iter, il progetto della Porta d’Italia è destinato a naufragare. Da sempre il Pd si è detto contrario alla creazione della nuova area vasta e adesso, dopo la votazione-bis del Consiglio comunale di Civitavecchia, gongola. ”L’approvazione da parte del Consiglio comunale di Civitavecchia della delibera che cancella l’adesione alla nuova provincia mette finalmente la pietra tombale su un progetto scellerato che avrebbe avuto ripercussioni nefaste su un importantissimo quadrante della nostra Regione – scrive in una nota fatta uscire a pochi minuti dalla votazione la consigliera regionale del Pd Lazio, Michela Califano -. Un provvedimento sul quale, a parte qualche boutade e fantasiosa ricostruzione raccontata in qualche lettera o foglio word, non c’è alcun numero, cifra, operazione concreta che ne giustifichi i vantaggi. Perché di vantaggi non ce ne sono. Bene dunque hanno fatto il sindaco Piendibene e l’intera maggioranza a evitare che questa ‘balla’ continuasse a crescere”. ”Continuo a sostenere che quando si intraprende un percorso che abbia impatti così forti su un territorio – aggiunge la Califano – questo vada fatto passo passo con la città che ha il dovere di esprimersi. Non ho mai avuto paura della democrazia, per questo sono qui a proporre, ancora una volta, un referendum che faccia esprimere direttamente i cittadini sulla questione. In tutta questa vicenda, che rimane surreale e fuori da ogni logica, ciò che più ha lasciato interdetti è stato il metodo con il quale si è portata avanti. Nessuno dei sindaci che hanno approvato questa delibera aveva inserito nel proprio programma elettorale l’adesione a una nuova Provincia e il distacco dalla Città Metropolitana di Roma Capitale. Al contrario del sindaco Piendibene che coerentemente ha sempre mantenuto una posizione critica a tal riguardo, messa nero su bianco nel proprio manifesto elettorale, e vincendo le elezioni ha avuto un mandato chiaro e netto dai cittadini: mettere la parola fine a questa pazzia”.