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    Politica
    18 Luglio 2024
    Civitavecchia, Grasso scende in campo per la nuova provincia: “Pronti a raccogliere firme per referendum”

    Dopo il voto contrario del Consiglio comunale, il capogruppo di Fratelli d’Italia si prepara a dare battaglia

     

    CIVITAVECCHIA – La Porta d’Italia non è stata ancora chiusa definitivamente. Nonostante il voto del Consiglio comunale di martedì scorso, che ha revocato la delibera di adesione della città al progetto, il centrodestra a Civitavecchia è pronto a dare a battaglia e Massimiliano Grasso, capogruppo di Fratelli d’Italia, lo ha annunciato ufficialmente nelle scorse ore. I gruppi del centrodestra non vogliono arrendersi e passano al contrattacco. Oggi Grasso sottoporrà la questione al coordinamento di Fratelli d’Italia e poi si comincerà con la raccolta firme (ne servono 2mila) per arrivare a un referendum, dove finalmente saranno i cittadini a esprimersi sulla Porta d’Italia. «Attraverso il referendum – spiega Grasso – i cittadini avranno l’occasione di esprimersi su una Civitavecchia protagonista di un nuovo corso, oppure se rimanere, come comune più periferico, in una Città metropolitana che vede Roma fagocitare la maggior parte delle risorse». Per controbattere a chi dice che essendo Fiumicino la città più popolosa della nuova area vasta, Civitavecchia rischia di passare dalla provincia di Roma a quella della città aeroportuale, risponde che «non è detto che, avendo Fiumicino più abitanti di noi si debba procedere ad una mera ripartizione ragionieristica: esistono già, ad esempio, province doppie o triple, come Pesaro Urbino». L’invito a sostenere il referendum è quindi rivolto non solo alla politica, «ma a tutte le forze – ha concluso – che ritengono valido questo progetto». E tra queste è in prima linea da tempo l’associazione Civitavecchia C’è. «Non possiamo non mettere in atto una richiesta di Referendum – ha infatti già assicurato il gruppo di Roberto Melchiorri – al fine di fare diventare attori principali della decisione i cittadini, nel segno della democrazia partecipata. Pur apprezzando la nascita del nuovo governo cittadino e stimando molti suoi membri non riteniamo adeguata la delibera. Anzi abbiamo dubbi sulla sua regolarità, considerato che è avvenuta antecedentemente alla costituzione delle obbligatorie commissioni consiliari che avrebbero potuto meglio sviscerare i motivi del sì e del no, perché è stata messa nella “corsia di precedenza” nonostante vi fossero altre delibere, votate dalla vecchia amministrazione, in tempi a dir poco sospetti, bisognose di controllo per evitare danni ai cittadini. Siamo stati annessi a Città metropolitana a seguito di una legge che non è stata mai portata a compimento, tanto da indurre, poco tempo fa ,il presidente della Repubblica Mattarella a dire che “tutto ciò ha provocato tanta confusione”».