Entrato definitivamente nel vivo il mercato della Lazio, adesso finalmente quello in entrata. Una settimana chiave, con la chiusura di Nuno Tavares, potenzialmente nuovo treno della corsia di sinistra, presente e futura, a caccia di riscatto dopo esser stato scaricato dall’Arsenal, affare chiuso ad inizio settimana. Poi una scommessa, quella a sorpresa, spuntata nella notte tra mercoledì e giovedì, quel Gaetano Castrovilli che a 27 anni cercherà di riavviare la sua carriera e lo farà in biancoceleste: triennale a 2 milioni netti, come ieri descritto e narrato. E proprio ieri sera, assieme all’acclamatissimo Zaccagni, ha già raggiunto i suoi compagni in ritiro ad Auronzo, pronto a tuffarsi nella sua nuova avventura tutta laziale. Ma non è finita qui. Fabiani potrebbe infatti regalare un’altra ala al pacchetto offensivo di Marco Baroni. Retrocesso col Sassuolo, può diventare un’opportunità il nome di Laurientè, specialmente se a cifre ragionevoli, magari in prestito con obbligo di riscatto al verificarsi di determinate condizioni. Su di lui la concorrenza del Parma e di altri club di A, chiaramente il calciatore preferisce la Capitale. Per una cifra complessiva, presente e futura, sui 10 milioni di euro, la Lazio chiuderebbe l’affare. Trattativa ancora in fase di studio, ma non è escluso che possa entrare nel vivo già nelle prossime ore del weekend. E nelle ultime ore, infine, è spuntata un’altra suggestione sulle scrivanie di Lotito e Fabiani. Quelle che giochi del destino riporta ancora a Sunderland, club di cadetteria britannica con cui in passato la Lazio trattò senza successo l’ala britannica Jack Clarke. Adesso i biancoceleste potrebbero ribussare alle porte biancorosse del nordest d’Inghilterra, per un obiettivo ancor più grande, fascinoso e prestigioso: Jobe Bellingham, fratellino del fuoriclasse Jude, altro batterista offensivo, può far la mezzala, il trequartista, come l’ala stessa. Insomma, motore britannico. Ma s’è messo eccome in evidenza nell’ultima Championship, quel cognome fa sempre mercato ormai, ecco perchè c’è tanta, tanta concorrenza. Forse troppa, considerando mezza parte mediobassa di Premier.
