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    26 Luglio 2024
    Altra finale Berrettini, una settimana dopo: domani Gaston, missione Austrian Open
    Matteo s'è ritrovato: battuto pure Hanfmann, continuità riabbracciata, può bissare un altro successo alpino. Poi dovrà alzare il livello..

    Che sia un peccato che uno dei più grandi talenti italiani dell’ultimo decennio tennistico non partecipi alle Olimpiadi di Parigi 2024 lo abbiamo scritto, descritto, motivato e narrato ieri. Perché Matteo Berrettini s’è ritrovato, eccome. Ma è proprio questo eccome che stavolta deve argomentare qualche punto di domanda. Premessa: Matteo Berrettini è in finale. Ancora. Una settimana dopo. Ancora sulle Alpi, dopo il successo di domenica allo Swiss Open. Lo fa dopo una cavalcata mozzafiato partita e decollata martedì, soltanto 48 ore dopo il successo di Gstaad. Se sta bene, a questi livelli come i circuiti che sta continuamente disputando come i 250, fa la differenza. Forse non ce ne è per nessuno. Si guardi il reputato cileno Tabilo, persino lui, distrutto mercoledì. Ma si guardi anche l’avversario battuto oggi, di livello, qualcuno come il tedesco Hanfmann, battuto con doppio 6-4. Il capitolino non riesce a perdere più un minimo set. E domani sarà in finale, ancora, per vincere un’altra volta quello che sarebbe il terzo circuito, tutti 250, della sua annata 2024 considerando Marrakech. Dall’erba alla terra rossa, poco cambia. Berrettini domina sulle Alpi. E domani affronterà il francese Gaston, Acosta è stato costretto al ritiro. E tanto per cambiare, questo Berrettini, non può far altro che partir favorito. Ma qualche punto di domanda deve scorgere. Abbiamo imparato a riammirare un Matteo in grande condizione: la priorità del suo 2024 era ritrovare continuità fisica. Ma, una volta ritrovata, appena rientrato in Top 50 ATP, la missione è alzare il livello. Gioca ogni giorno, vince ogni giorno. Deve tornare ai 500, minimo. Per preparare al meglio gli US Open mirando in lontananza gli Australian. Intanto domani un’altra finale: s’è ritrovato, eccome. Dalla Svizzera all’Austria poco cambia: le Alpi sono le sue.