Sta diventando sempre più la Lazio di Mattia Zaccagni. Lui, unico superstite della vecchia generazione, del vecchio ciclo, dei batteristi offensivi. Un anno fa andava via Milinkovic; quest’anno le partenze dei senatori, di chi è stato Lazio per tanti anni come Felipe Anderson o artista Luis Alberto; ma di chi soprattutto è stato la Lazio per quasi un decennio, iconografia capitan Ciro Immobile. Che Mattia sia sempre stato centrale nei piani presenti e futuri del club era concetto ormai noto da mesi, quando proprio a fine stagione scoccò l’ora d’adeguamento e rinnovo contrattuale, estensione lunghissima fino al 2029 per legare fino a fine carriera i suoi destini a quelli biancocelesti. E se due settimane fa gli veniva altresì assegnata la maglia numero dieci, come se non bastasse arriva anche la ciliegina sulla torta, quella forte, quella pesante: arrivata la scelta di club e allenatore, a Mattia pure la fascia di capitano. “Essere Capitano è un privilegio, ma significa anche grande responsabilità – spiega entusiasta sui suoi profili social il nuovo leader biancoceleste – Mi impegnerò e daró tutto me stesso a tifosi, squadra e società per onorare questa fascia al massimo, dopotutto la eredito da un grande Capitano”. E proprio alla frase finale, inutile sottolineare a chi fosse dedicata, è arrivata la risposta del comandante precedente, quel Re Ciro che ha risposto con cuoricini ed emoticons a mostrare tutto il suo affetto all’ex compagno di reparto e mille battaglie. Con buona pace di Cataldi, che secondo alcuni voci di corridoio (ma tutte da confermare o riscontrare) avrebbe preso malissimo la scelta di Baroni, o Romagnoli stesso, che anch’esso ambiva allo scettro sul braccio lasciato vacante da Ciro Immobile. Sul fronte Cataldi, se tali malumori dovessero trovar riscontri, saranno da conservare tutte le possibili soluzioni, anche una cessione. Perché con tanta concorrenza non è detto che proprio lì nel mezzo sia destinato ad esser titolare inamovibile, anzi..
Sport
29 Luglio 2024
È sempre più la Lazio di Mattia Zaccagni: non solo numero dieci, adesso anche capitano