Avviato un piano di ristrutturazione per la struttura ospedaliera dedicata a neuroriabilitazione di alta specialità e ricerca su neuroscienze
ROMA – Una crisi sempre più drammatica. Il rischio è il fallimento: cresce la preoccupazione per il futuro dell’istituto fondazione Santa Lucia, dopo l’esito negativo della procedura di composizione del debito e l’avvio del piano di ristrutturazione soggetto ad omologazione da parte del tribunale. Lo denunciano i sindacati. E la fondazione chiede l’aiuto delle istituzioni.L’obiettivo comune è i salvare i posti di lavoro – 973 i dipendenti in totale – e il servizio di eccellenza che ha distinto fino ad oggi la struttura ospedaliera privata a sud di Roma dedicata alla neuroriabilitazione di alta specialità e alla ricerca nelle neuroscienze. In una crisi che va avanti, tra alti e bassi, da 17 anni la Fondazione ha affidato ad una nota la propria posizione prospettando l’utilizzo di uno strumento previsto dal codice della crisi d’impresa dopo la riunione tra i vertici della fondazione e i sindacati durante la quale è stata descritta nel dettaglio la preoccupante realtà.Nata 64 anni fa come centro per l’assistenza ai veterani della seconda guerra mondiale, oggi l’istituto è il più grande ospedale monospecialistico italiano per la neuroriabilitazione ospedaliera. Un fiore all’occhiello perché dal ’92 è riconosciuta dal Ministero della salute come IRCCS e, attualmente, opera nel settore delle neuroscienze con 60 laboratori e circa 200 ricercatori. L’ospedale è costituito da 6 Unità Operative Complesse, 325 posti letto, 2.000 i pazienti assistiti ogni anno.
Il presidente della Regione, Francesco Rocca, ha incontrato, nel pomeriggio di lunedì 29 luglio, le organizzazioni sindacali che nei giorni scorsi avevano lanciato l’allarme. Il presidente Rocca, come si legge in una nota, ha espresso nuovamente preoccupazione per il futuro del Santa Lucia e ha ribadito come, “nel corso dell’ultimo anno, l’amministrazione regionale abbia accompagnato il Santa Lucia, cercando ogni soluzione possibile”.
Un impegno che, tuttavia, non ha scongiurato l’attuale momento di grave difficoltà che sta vivendo la Fondazione. Da Rocca e dall’amministrazione regionale nel suo complesso è stato confermato l’impegno a monitorare la situazione “nella speranza che possano non essere messi a rischio la storica qualità dei servizi, che il Santa Lucia ha sempre espresso, e dei livelli occupazionali, che passano attraverso il sacrifico e la dedizione che gli operatori hanno sempre dimostrato e garantito”. Dalla Regione, inoltre, fanno sapere che il tavolo resterà aperto: “L’amministrazione percorrerà ogni strada possibile per far sì che il Santa Lucia rimanga quello straordinario presidio di assistenza specialistica che è sempre stato e che tutti i cittadini conoscono e apprezzano”.