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    Economia e Lavoro
    9 Agosto 2024
    Balneari: oggi lo sciopero degli ombrelloni, ma gli operatori sono spaccati e la protesta è un flop

    ROMA – Oggi è il giorno dello sciopero degli stabilimenti, con ombrelloni chiusi per due ore in apertura di orario e bagnanti che saranno costretti a rimandare l’arrivo in spiaggia in piena stagione. I balneari, però, su questa protesta contro il governo (al quale chiedono misure concrete a tutela di un settore che ha sempre sulla testa la spada di Damocle della direttiva Bolkestein) sono spaccati. Se Sib e Fiba hanno confermato la loro adesione, Assobalneari e Federbalneari hanno deciso di non incrociare le braccia. “Non aderiamo perché siamo in piena trattativa – spiega il presidente di Federbalneari Roma, Massimo Muzzarelli –. Alcune notizie che arrivano dal Governo ci fanno comprendere che era logico e normale che la questione balneare si sarebbe definita all’indomani della costituzione del Governo dell’Europa. La scadenza era giugno, mi sembrava difficile che ci si potesse mettere in collisione con l’Europa a pochi giorni dal voto. Già ieri non in Consiglio dei ministri ma in riunione di maggioranza, è arrivata la conferma che la trattativa sulla questione balneare va avanti. Non dico che dobbiamo aspettare novembre (quando entrerà in carica la nuova Commissione Ue, ndr), perché saremmo fuori tempo massimo, ma ora che c’è una Commissione costituita può esserci la definizione del Governo su quello che vorrà fare sulle gare”. E in effetti i primi numeri che arrivano dalle spiagge italiane sembrano confermare come gli operatori non abbiano voluto rinunciare ai clienti in giornate di altissima stagione. Secondo un comunicato diffuso dal Codacons proprio in questi minuti “il numero dei lidi che hanno chiuso nelle due ore di sciopero è inferiore alle aspettative, e la protesta non ha raggiunto i risultati sperati. Al di là delle istanze della categoria, che chiede giustamente certezze sul proprio futuro, proclamare scioperi nel bel mezzo della stagione estiva si conferma una scelta sbagliata, bocciata sia dai consumatori, sia dagli stessi gestori”.