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    17 Agosto 2024
    Zirkzee all’ultimo respiro, decolla la Premier: griglie e nastri, City e Arsenal ancora in pole

    Cinture allacciate. Partiti. Decollato a tutti gli effetti l’ennesimo capitolo d’NBA, la Premier League 24/25. E s’è ripartiti da un templi più prestigiosi e iconografici, l’Old Trafford, il Teatro dei Sogni, che ha narrato la prima vittoria stagionale del Manchester United, già pesantissima, arrivata all’ultimo respiro col sigillo di un subentrante che dalle nostre parti conosciamo molto bene, Joshua Zirkzee. Uno a zero di misura sul Fulham, ma determinante per scrollarsi di dosso pressione del debutto: terzo anno Ten Hag, quella FA Cup a ribaltare destino di un esonero che sembrava segnato, sospirone di sollievo perché si sa nemmeno dopo novanta minuti da quelle parti ti bacchettano, eccome. Pressione alle stelle e pundits più famosi tutti vecchia scuola Sir Alex, ne sa qualcosa José Mourinho. Il Manchester United inizia dunque bene una stagione che deve vederla rientrare nella lotta per i piani alti, almeno Top 4 Champions, anche perché ai nastri di partenza il duello è sempre lo stesso: quello tra l’ormai arrivato pronto e maturo Arsenal, che rilancia ancora e per la terza volta, e quel Manchester City che stavolta trema, visto che a settembre inizierà il processo per le sue presunte 115 violazioni Premier. Anche lo scorso anno maestro Pep Guardiola l’ha vinta alla lunga, punto a punto: troppa l’esperienza assunta negli anni, predatori primaverili, quando sentono l’odore del sangue non sbagliano più e finiscono puntualmente col musetto davanti ad ogni avversario. Sono sei Premier in otto anni per Pep, quel Pep che sogna la settima per quella che chissà, possa esser la sua ultima di un’egemonia quasi decennale. Un mercato che, nonostante parliamo ancora chiaramente del campionato delle star, quello più ricco del mondo, ha vissuto e narrato un’estate contraddistinta da molti meno investimenti del previsto, del passato e del recente passato. Una Premier all’insegna della normalità, della continuità: solo quattro panchine cambiate su venti. Evidentemente le regole del PSR Rules, sorta di FFP in Prem, si fanno sentire, eccome. Conti, prima di tutto. Anche l’Arsenal sta rinforzando “solo” le caselle chiave: arrivato Calafiori, pronto a sbarcare anche Merino. Arteta rilancia: non sono bastati 89 punti l’anno scorso, serve quel piccolino ulteriore chiave passettino in più. Ne sa qualcosa il Liverpool, spesso e volentieri, per stesse dinamiche e modalità da estremo corto muso, s’arrese al Manchester City. I Reds ripartono senza Jurgen: eccolo il primo Liverpool di Slot, in campo alle 13.30 a Portman Road, sul campo della piccola e romantica neopromossa Ipswich, primi 2000 vibes. Curiosità per il tecnico olandese, bravissimo però a non cambiar nulla, almeno fin qui. Umiltà senza pretese: vuol valutare tutta la rosa. Non sono esclusi colpi dell’ultimo minuto, ma la sua priorità era continuità, senza strafare. Forse i Reds sono ancora la terza forza che chissà, ambisce e rinfilarsi nella lotta al titolo. Dietro le quattro grandi elencate, inizia la guerra d’ambizioni: il folle e giovane Chelsea di Boehly che ha cambiato ancora scegliendo un altro guardiolano come Maresca, il Tottenham di Postecoglou che adesso ha sposato un nuovo centravanti pagando Solanke a peso d’oro, quella solidità e voglia di rivalsa Newcastle pronto a riabbracciare Tonali, così come soprattutto la quarta forza della passata stagione quale sorprendente realtà come il Villa di Emery che sa comunque benissimo quanto sarà difficile ripetersi. A queste va forse aggiunto, quantomeno a livello d’ambizione e ritorno in Europa (magari del giovedì), il nuovo West Ham di Lopetegui: da Fullkrug a Summerville, da Kirman a Wan-Bissaka, colpi per puntare in alto, parlare lessico calcistico differente dall’era Moyes e intrattenere il pubblico dell’Olimpico di Londra. Londra casa del Palace stesso che, perso Olise, sta comunque resistendo agli assalti per Eze: realtà Glasnier, tutti dovranno far conti eccome col Selhurst Park. Difficile stabilire le gerarchie di forza invece in chiave salvezza: senz’altro rischiano i neopromossi Saints così come stavolta pure il Brentford, curiosità per il nuovo corso del giovanissimo Hurzeler a Brighton, tanto entusiasmo ad Ipswich ma occhio ad un Luton 2.0, sempre enormi difficoltà societarie per l’Everton di Dyche giunto però romanticamente all’ultima sua stagione a Goodison Park. Decolla dunque la Prem. E come si legge, all’interno del suo intrinseco calderone, mille storie, contenuti e destini. Domani c’è già Chelsea – Manchester City a Stamford Bridge: arbitra ancora Taylor, lo scorso anno finì 4-4. Arsenal all’Emirates coi Wolves, splendido 18.30 West Ham – Aston Villa, chiude il Tottenham di Postecoglou nel Monday Night a Leicester.