La prima di campionato presenta un eroe inatteso, il nigeriano fa impazzire i tifosi biancocelesti. Roma è una piazza difficile, spetta al neo-laziale confermare quanto di buono visto contro il Venezia
ROMA – L’eroe che non ti aspetti. C’era tanta curiosità nel vedere in campo l’esordio della Lazio targata Baroni dopo la campagna acquisti condotta dal duo Lotito-Fabiani contestatissima dai tifosi. Contestazione che è andata in scena anche ieri sera, prima durante e dopo l’incontro casalingo contro il Venezia.
Tanti nuovi acquisti, ma anche cessioni dolorose che hanno fatto gridare al ridimensionamento. Ieri sera, comunque, le attenzioni dei tifosi erano concentrate soprattutto su Noslin, Tchaouna e Dia (appena arrivato a Roma, per lui solo panchina). Le luci della ribalta, però, sono state tutte per lui, Fisayo Dele-Bashiru, centrocampista semi sconosciuti acquistato da una modesta squadra turca, lo Hatayspor, che lo scorso anno si è salvato dalla retrocessione all’ultima giornata.
A parte un paio di appoggi sbagliati, la partita di Dele-Bashiru è stata un concentrato di forza, tenacia e sostanza. Tali da fare impazzire i 45mila dell’Olimpico.
La sua gara registra 90 minuti in campo, il 96% dei passaggi riusciti, il 100% dei dribbling andati in porto, 11 recuperi palla, 4 contrasti vinti e 60 tocchi palla.
Nato a Lagos, si è trasferito con la famiglia in Inghilterra durante l’infanzia. Dele-Bashiru è cresciuto nel settore giovanile del Manchester City, di cui era entrato a far parte all’età di otto anni.
Il 28 luglio 2020, passa a titolo definitivo allo Sheffield Weds, nella Championship inglese. Al termine della stagione 2022-2023, in cui ha contribuito al ritorno degli Owls in seconda serie, Dele-Bashiru riceve un’offerta per rinnovare il proprio contratto, ma decide di rifiutarla, lasciando così il club. Rimasto svincolato, il 6 luglio 2023 Dele-Bashiru viene ingaggiato a parametro zero dall’Hatayspor, nella Super Lig turca. Conclude la propria annata con 39 presenze, 6 assist e 9 gol in tutte le competizioni. Il 6 luglio 2024 passa alla Lazio, in prestito oneroso per circa due milioni di euro, con obbligo di riscatto fissato a quattro milioni.
Roma è una città umorale e questo stato d’animo è amplificato quando si ha a che fare con il calcio. Lo scetticismo (per essere buoni) che ha accolto l’ingaggio di Dele-Bashiru si è rapidamente trasformato in esaltazione dopo solo una gara di campionato. Stati d’animo amplificati oltremisura dai social. Si è passati dalle critiche più feroci a paragoni con Sergej Milinković-Savić.
Su facebook, c’è chi ricorda le critiche al suo arrivo a Roma. Come “Mondo Calcistico” che scrive: “Mi era dispiaciuto vedere Dele-Bashiru massacrato al suo arrivo. Posso capire la contestazione alla società, o più precisamente al Presidente Lotito, ma quando questi calciatori vengono massacrati senza aver nemmeno giocato un minuto no, è troppo brutto. E questo è successo anche a lui. ‘Onazi 2’; ‘Ma chi è?’; ‘Una nuova p****a’. E invece dopo il suo esordio si è creato il ‘carro Dele-Bashiru’. Ottima partita contro il Venezia.
Sulla stessa linea “Radio laziale”, secondo cui “Arrivato tra lo stupore di tutta la piazza, Dele-Bashiru è riuscito ad assicurarsi la maglia da titolare alla prima stagionale contro il Venezia. Ottima prova per il classe 2001 e numero 10 della nazionale nigeriana, prepotente fisicamente e pulito tecnicamente”.
“Eremita biancoceleste” invoca addirittura la creazione della Brigata DeleBashiru: “Signore e signori, ladies and gentlemen vi comunico che, dopo aver avuto le belle conferme (vedendolo dal vivo con la sua bella prestazione fatta durante la partita della #Lazio contro il Venezia), ho ufficialmente creato la ‘Brigata #DeleBashiru’!”
Santino Fiore, allegramente ossessionato dalla pronuncia del nome del nigeriano, scrive: “Dopo una notte a (provare a) pronunciare Fisayo-Dele-Bashiru e dopo aver scambiato qualche commento nel post precedente, ho capito che abbiamo una questione urgente. A sto ragazzo serve un soprannome o un’abbreviazione. Non posso passare un campionato a dire ‘passala a Fisayo-Dele-Bashiru’. Ammesso che riesca a dirlo, mi finisce il primo tempo. Stesso problema c’era con Sergej-Milinkovic-Savic che divenne Sergej o il Sergente. Allora, come lo posso chiamare il nostro nuovo Fisayo?”
Anche Roma Today sottolinea la prova del numero 7 laziale: “Lazio vincente alla prima. Bene i nuovi, su tutti Dele-Bashiru. Che ne pensate?”
La ciliegina sulla torta da Alessandro Aquilino, noto alla tifoseria laziale per le sue pagelle romanzate. “Con quel cognome che pare uscito da un manga: ‘Le straordinarie avventure di Dele-Bashiru’, Fisayo Dele-Bashiru sembra venire dal passato. Quando non esisteva YouTube e i calciatori alla prima giornata di campionato erano una piacevole scoperta. Non c’erano video, skills, highlights e compagnia navigante e se volevi sapere qualcosa in più del tuo futuro idolo ti dovevi accontentare dei valori su “Championship Manager” o comprare la VHS che gli avrebbe dedicato il Corriere dello Sport. Che poi pure lì, a ben vedere, se eri Ivan Tomic forse era meglio che il Corriere si fosse fatto i c+***suoi.
Dele-Bashiru si presenta al pubblico della Lazio con i capelli ossigenati alla Osimenh e il fisico di Jason Momoa. Lo guardi dalla Tribuna Tevere e pensi che uno così grosso lo hai visto solo in qualche porno con la Venere Bianca. Ma stiamo appunto parlando di qualche anno fa. Perché Dele-Bashiru viene dal passato. E quando comincia a giocare, a correre, a sradicare palloni ti trovi davanti un calciatore che non conoscevi perché pure YouTube ha fatto fatica a mettere insieme delle azioni su di lui. E allora che bella questa scoperta. Questo suo correre con il pallone tra i piedi che sembra che il pallone faccia fatica a stargli appresso per quanto Fisayo sia dirompente. E pure quando perde due palle velenose nel secondo tempo, non smetti di volergli bene. Dele-Bashiru lo trovi ovunque. In difesa ad aiutare, a centrocampo a contrastare e in attacco a supportare la ripartenza. Perché Dele-Bashiru sono in realtà due: Dele si occupa della fase difensiva e Bashiru di quella offensiva. Un box to box (come dicono quelli fichi) con il fisico da pugile: un boxe to boxe. Appunto. E in una sera che traccia una linea netta con ciò che è stato, consegnandoci una Lazio diversa nella fisicità e nell’anima da tutte quelle del recente passato, Fisayo Dele-Bashiru ci insegna che dovremmo tornare a far parlare solo il campo e non il sentito, il percepito, il riferito, il cliccato, il condiviso o il postato solo per interessi personali.
È sicuramente presto per dare un giudizio definitivo e il Venezia non era l’avversario più temibile. Certo. Ma per quanto mi riguarda, c’è un nuovo idolo in città. E il suo nome è Fisayo Dele-Bashiru. L’uomo venuto dal passato.”