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    21 Agosto 2024
    Spauraggio Sinner, sventato doping: ecco la ricostruzione completa

    Non deve aver passato una bella estate, Jannik Sinner. Nonostante la stagione 2023/24 sia stata quella definitiva esplosione e consacrazione, vanto e orgoglio nazionale, numero uno al mondo ATP. Qualcosa di straordinario che ammiriamo e di cui godiamo, qualcosa di mai visto prima nella storia del tennis azzurro. Soprattutto per valori, comportamenti, semplicità e serietà del bravo ragazzo: un esempio, indiscusso. Ma tra problema all’anca e tonsillite, non tutti gli amanti dello sport azzurro hanno preso esattamente bene la scelta di saltare prima Roma, poi soprattutto le Olimpiadi. Mancato eccome, a Parigi. Adesso è uscita la verità, un’altra verità. Una verità che ha paralizzato i suoi sostenitori, una realtà nascosta che perdurava da mesi dietro Jannik, quanto si temeva. Chissà che tipo di incubo abbia dovuto vivere. Doping. Spauracchio. Ma ricostruiamo. Tutto nacque a marzo, ad Indian Wells. Lo scorso aprile fu trovato positivo ad un controllo antidoping. La sostanza incriminata era il clostebol, una sostanza, uno steroide anabolizzante (che si usa per curare ferite) vietato dalle norme antidoping. Doppio test positivo ad Indian Wells, per l’appunto: uno in occasione del 10 marzo, un altro in occasione del 18. Test urine ne evidenziavano anomalie. Non fu sospeso, perché segretamente (la notizia, egli e il su entourage, furono bravissimi a tenerla nascosta) fece appello d’urgenza e la doppia sospensione venne immediatamente revocata. Fo così in grado chiaramente di prender parte ai tornei successivi, dal Roland Garros a Wimbledon. Ma la domanda più rilevante è come abbia fatto Sinner ad assumere clostebol. Che ci porta direttamente ai giorni d’oggi. La notizia è che Jannik è stato scagionato. Perché? Perché come mostrano immagini, una serie di massaggi durante le gare d’Indian Wells, furono sostenuti da Naldi, un componente del suo staff che, con vistoso dito fasciato, aveva assunto clostebol per curare ferita. Il passaggio da un corpo all’altro avvenne in quell’occasione. Ecco perchè l’ITIA ha scelto di assolverlo: sospirone di sollievo, scagionato. Ma anche se resta ancora fortemente numero uno, ha perso 400 punti ATP, più tutto il montepremi vinto con le semifinali proprio d’Indian Wells. E’ andata bene, strabene così. E adesso? Wada e Nado possono far ricorso, entro il 6 settembre, ma la sua posizione resta al sicuro.