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    Sanità
    23 Agosto 2024
    Sanitá: Regione Lazio, disappunto per decisione proprietà Santa Lucia di vendere a terzi

    ROMA – L’amministrazione regionale del Lazio “esprime particolare preoccupazione e disappunto per la decisione della Fondazione Santa Lucia di procedere, attraverso il tribunale, all’alienazione a terzi del Santa Lucia. Questa scelta rischia di non garantire i livelli occupazionali, assistenziali e l’attivitá di ricerca”.

    Lo comunica in una nota la Regione Lazio.

    “La nota inviata in data odierna ai dipendenti della fondazione – prosegue la Regione – rappresenta uno schiaffo al gesto di attenzione ricevuto dal Governo. Incassati infatti gli oltre 11 milioni l’amministrazione ha comunicato di voler vendere l’azienda e di volersi avvalere del concordato semplificato e non fare richiesta dell’amministrazione straordinaria (pur riservandosi entro il mese di dare una risposta definitiva).Questa poca chiarezza e scarso rispetto istituzionale preoccupa, e la Regione ribadisce la richiesta alla proprietá di fare ricorso alla ammirazione straordinaria che è l’unico strumento che ha come fine, non solo il soddisfacimento dei creditori, ma anche la salvaguardia della strategicitá dell’azienda tutelando al massimo i livelli occupazionali e la qualitá sino ad oggi espressa.

    La Regione Lazio ha dimostrato, da oltre un anno, il massimo impegno nel cercare soluzioni per assicurare un futuro sostenibile al Santa Lucia, salvaguardando sia l’eccellenza dell’istituto che i livelli occupazionali. Pertanto, la Regione Lazio esprime rammarico per la decisione della proprietá di non accogliere l’appello alla responsabilitá e alla generositá formulato dal ministro Adolfo Urso, dal presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, e dai sindacati durante il tavolo convocato lo scorso 6 agosto presso il Mimit”.

    “La richiesta di amministrazione straordinaria al Ministero, da parte della proprietá – sottolinea la nota – avrebbe consentito la partecipazione diretta della Regione Lazio nella gestione del Santa Lucia, insieme a un privato no-profit, e la creazione di un nuovo soggetto giuridico. La scelta di procedere con la vendita, invece, preclude questa possibilitá, in quanto la Regione Lazio, per ovvie ragioni, non può partecipare ad alcuna gara. Contrariamente a quanto dichiarato dalla proprietá del Santa Lucia, non è vero che la Fondazione sia entrata in crisi a causa della mancata remunerazione delle prestazioni da parte della Regione Lazio, che è semmai creditore, e non debitore, nei confronti del Santa Lucia.

    La Ragione Lazio ha sempre remunerato tutte le prestazioni fornite dalla Fondazione Santa Lucia sulla base delle tariffe nazionali vigenti non derogabili per le regioni in piano di rientro e valide su tutto il territorio nazionale con le quali sono remunerati non solo il Santa Lucia ma tutti i soggetti privati accreditati. Invece di assumersi le proprie responsabilitá, la proprietá del Santa Lucia scarica le colpe su altri, lasciando 800 lavoratori e i pazienti nell’incertezza di una procedura di vendita gestita dal tribunale, che non offre alcuna garanzia nè sui livelli occupazionali nè sull’assistenza ai pazienti. Rinnoviamo l’auspicio di una collaborazione con il progetto no-profit per scongiurare la vendita del Santa Lucia e salvaguardare così l’integritá dell’istituto”, conclude la nota.