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    31 Agosto 2024
    Osimhen, il film peggiore dell’era ADL: ecco perché hanno perso tutti

    Hanno perso tutti, ma proprio tutto. A meno di miracoli a questo punto stupefacenti e clamorosi nelle prossime 48 ore, col mercato mediorientale che chiuderà i battenti fino a lunedì sera, il film Osimhen è pronto a diventare a tutti gli effetti una delle peggiori sceneggiature della produzione Aurelio De Laurentiis. Entro mezzanotte del venerdì chiudeva il mercato in entrata europeo, l’ultima disperata giornata per cercare di chiudere una volta per tutte quella che da mesi invernali e primaverili era già telenovela salvo poi assumere redini e connotati di un vero e proprio drammatico tormentone estivo. Per tutti. Per Napoli, per il calcio italiano, per il calciatore stesso. Che resta quello che ha più responsabilità, inevitabilmente, per tutto questo. Sognava palesemente ritorno in Francia, sognava PSG, a tutti gli effetti. A Parigi hanno fatto altre scelte però, e da tempo. Restavano in piedi solo due piste: quella faraonica, mediorientale, e quella Premier, sponda Chelsea. I due club che ricostruendo la vicenda, interessati all’immediato futuro dell’attaccante nigeriano, avevano lanciato emissari da giovedì sera proprio sul golfo partenopeo. L’Al Ahli, club della Saudi Pro League, metteva sul piatto 30 milioni netti all’anno. Cifre da capogiro, ma sia Osimhen che agente Calenda spingevano e speravano ancora per soluzione europea, possibilmente Champions, competizione a cui ancora non parteciperà però nemmeno il Chelsea. I due hanno tergiversato, mentre Napoli e ADL spingevano per l’offerta saudita, che aveva messo sul piatto agli azzurri ben 80 milioni. Lontani sì dal sogno dei 120 della clausola d’inizio mercato; ma ridotti all’osso, all’ultimo respiro, specialmente viste le ingenti somme spese su richiesta di Conte sul mercato, era un treno da prendere al volo. Il ragazzo ha tentennato, avrebbe aperto soltanto in caso di clausola per rientrare in Europa fra 12 mesi, naturalmente l’Al Ahli ha detto no. Allora Chelsea, nella speranza di strappare un accordo. Ma a dispetto dell’offerta araba, quel Viktor tra due fuochi che non sa decidersi, a livello economico i Blues proponevano molto meno: sette più due di bonus, addirittura al di sotto di quanto percepito a Napoli. Un Napoli che quindi s’è indispettito, anche perché come cartellino da Londra proponevano poco più di 60 milioni, cifra inferiore agli 80 sauditi. Alla fine, oltre a non accettare in serata nemmeno il Chelsea, il ragazzo aveva già fatto infuriare gli emissari arabi stessi che, dal pomeriggio, avevano già virato su Toney, chiuso dal Brentford per ben 40 milioni. Risultato? Nulla da fare. Tra clausole folli e giochi contro il tempo al ribasso per ADL da una parte, un ragazzo che ha voltato da mesi le spalle al Napoli salvo poi dimostrarsi incapace di scegliere tra soldi e Premier col sogno Parigi ormai saltato dall’altra, hanno perso tutti. Ma proprio tutti. Lui a cui è stata revocata la nove consegnata a Lukaku resterà fuori rosa fino a gennaio; al club, senza Champions e con spese Conte, non è entrata alcuna somma ingente e anzi, più s’andrà avanti, più soprattutto dopo tutta questa vicenda il cartellino continuerà a svalutarsi. Per un ragazzo che sarà tacciato di inattività, con ogni probabilità, per mesi e mesi. Per non parlare del suo rapporto con piazza, ambiente, oltre che club. Conte non ne vuol saper nulla; il nigeriano ha rotto con tutti, con una piazza che si sente tradita. Lui, capocannoniere del terzo scudetto, una gloria che diventa storia ai minimi termini, rapporto totalmente infranto, completamente deteriorato. Sarà separato in casa. Una casa in cui ormai non lo può veder più nessuno, ma proprio nessuno.

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