Un buon punto per spegnere il fuoco. Senza brillare. Ma ritrovando quel dettaglio che in Italia, soprattutto, fa la differenza. L’equilibrio. La conditio sine qua non del pane quotidiano d’ogni categoria italiana. La Roma esce indenne, a reti inviolate, buon punto a Torino con la lanciata Juve di Motta a chiudere settimane tese, intense, complicatissime. Pregne di tensioni, contrasti, anche interni. D’altronde si sa, un mercato chiuso soltanto alla fine e oltre, perché arriverà lo svincolato Hermoso e se ne andrà, destinazione Arabia, uno Smalling ormai sul viale del tramonto. La Roma ha cambiato volto, Dybala o non Dybala, e s’avvicina alla direzione che vuole, seppur discussa da stampa e addetti ai lavori, Daniele De Rossi. Ha chiesto gente di gamba, è arrivato Koné; a Torino centellinato Dybala, squadra più corta tra i reparti proprio reduce dalle devastanti transizioni empolesi, 433 che diventa 451 in fase di non possesso, equilibrio Saelemaekers, unica nota stonata Dovbyk, lasciato però colpevolemente troppo solo. I gol, però, arriveranno, eccome. Motta tesse senza timbrare, stavolta. E quando capisce che la partita non l’avrebbe vinta cambia le carte in tavola con tanti nuovi come Conceicao o finalmente Luiz, ma senza successo. Juve che chiude a sette, Inter che la raggiunge in testa. Roma, amaramente, post Cagliari e dolore Empoli, soltanto due punti. Un punto che però serve per sedare fuoco e ambiente, che nelle ultime settimane ha rispecchiato contesto interno a Trigoria: incandescente, incalzante, pretendente. Un punto per riconquistare un minimo di serenità durante la sosta. Adesso si torna al lavoro. De Rossi avrà più tempo per inserire gradualmente chi non andrà in nazionale. Al ritorno il campionato giallorosso dovrà però spiccare il volo, prima che sia troppo tardi.
Sport
2 Settembre 2024
Juve-Roma a reti inviolate: DDR, un punto per spegnere il fuoco