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    2 Settembre 2024
    Vola Slot, devastato Ten Hag: lezione Reds all’Old Trafford. Premier 3/38: record Haaland, kamikaze Postecoglou, furia Arteta

    Lezione. A ferro e fuoco. Old Trafford ancora una volta terra di conquista tutta Reds. Vola il Liverpool di Arne Slot, tre vittorie su tre, capolista col Manchester City, lanciato dalle sue fiamme offensive, di primissimo ordine. Tra le quali continua a mettere il timbro anche Salah, malgrado per sua stessa ammissione possa esser arrivato all’ultimo anno d’Anfield. Perché ormai sono diventati tutti grandi, esplosi, livelli altissimi, tutti i suoi colleghi, da Gakpo a Luis Diaz, soprattutto, sontuosa doppietta a spianare la strada di un percorso di devastazione in casa rivale chiuso proprio da Salah. “Zero Tre” narra il

    Liverpool’s Mohamed Salah celebrates after scoring his side’s third goal during the English Premier League soccer match between Manchester United and Liverpool at Old Trafford, Sunday, Sept. 1, 2024, in Manchester, England. (AP Photo/Dave Thompson)

    punteggio al Teatro dei Sogni, più degli incubi quando arrivano i rossi del Mersey, negli ultimi anni. Merito di Slot che ha saputo confermare in blocco, senza strafare e anzi aggiungendoci del suo, la ricostruzione di Klopp. Fin qui, raccogliendo un’eredità così pesante, Arne promosso a pieni voti. Un bel nove in pagella, nove come i punti in classifica, che candidano i Reds ad un campionato tra i protagonisti, ambendo a reinserirsi nel duello al titolo Premier, quello ancora tra maestro Guardiola e allievo Arteta. Tornano pesantissime, asprissime, letali le critiche su Ten Hag, che richiede tempo e mostra alla stampa i due trofei vinti nei suoi ultimi due anni a Manchester, ma fin qui malgrado investimenti due sconfitte in tre gare ad aprire l’anno della presunta resurrezione. Delude Zirkzee, così come tutti i suoi colleghi. Anche e perfini quelli illustri: Casemiro disastroso. Copertine al Liverpool così come ad Haaland: record su record, macchina inarrestabile, altra tripletta sontuosa e poderosa a Londra, stavolta ad abbattere il nuovo West Ham di Lopetegui. Tre a uno all’Olimpico e pure Guardiola naturalmente a punteggio pieno, a differenza dell’Arsenal di un Arteta furente, furentissimo, dopo il pari interno col Brighton complice un tempo d’inferiorità numerica complice espulsione di Declan Rice stavolta a dir poco e francamente sorprendente. Dubbia, discutibile, per usare un eufemismo. E si sa, per come vanno le corse in Premier, quelle all’oro, quasi accarezzando i cento punti a fine stagione, ogni lunghezza in classifica può far la differenza, pur se siamo ancora solo alla sosta d’inizio settembre. Dopo le prime tre due realtà ormai assolute: il Newcastle che riabbraccia l’idolatratissimo Tonali beffa 2-1 il folle Tottenham di Postecoglou (calcio kamikaze, ancora una volta colpito in contropiede sul più bello) ed il Villa che vince con lo stesso punteggio uno dei tanti derby delle Midlands, stavolta a Leicester: realtà Onana (cambiando l’ordine degli addenti al posto di Douglas Luiz, con potente e prepotente motore ex Everton non cambia risultato finale), c’è sempre Watkins ma Duran spinge verso l’esplosione, centroboa puro, futuribilità e potenziale altissimo. Balbettante invece ancora il primo Chelsea di Maresca, esplosivo a Wolverhampton ma stoppato in casa dal solito ostico Palace; primo punto infine per il piccolo Ispwich in casa col Fulham, tris del Brentford sui Saints alla prima senza Toney, ma clamoroso crollo last minute dell’Everton ribaltato sul fil di sirena dal Bournemouth, scene incredibili a Goodison Park. Per Dyche e i suoi Blues sarà un’altra annata di sofferenza, tremenda.