VITERBO – È partita questa mattina da Viterbo la carovana della legalità che vede la Polizia di Stato e l’Associazione Juppiter ancora una volta insieme, dopo l’emozionante esperienza del viaggio verso Capo Nord, per promuovere i valori di prossimità, giustizia, inclusione e solidarietà tra le nuove generazioni. Una nuova avventura che dal 4 al 10 settembre condurrà i ragazzi “speciali” dell’Associazione fino a Palermo e Capaci, per esplorare i luoghi simbolo della lotta alla criminalità organizzata in Italia e raccogliere lungo il percorso le esperienze di vita al servizio della legalità degli uomini in divisa.
Dopo la celebrazione della Santa Messa presso la Basilica di San Francesco, dove il gruppo ha ricevuto la benedizione del Vescovo di Viterbo, Monsignor Orazio Francesco Piazza, la carovana si è diretta verso il Santuario di Santa Rosa per ammirare la “macchina” protagonista dei festeggiamenti appena trascorsi in onore della patrona della città. Ad aspettarli, due equipaggi della Polizia di Stato, pronti a scortarli fuori città per la prossima tappa: Napoli. Si tratta di un viaggio che, nelle parole di Salvatore Regoli, presidente dell’Associazione Juppiter, è soprattutto “metafora per l’impegno civile, una strada da percorrere insieme, nella consapevolezza che solo uniti possiamo costruire una società che si prende cura di se stessa e di chi ne fa parte”. Analogo spirito è ciò che ha guidato la nascita della collaborazione tra Juppiter e Polizia di Stato, fortemente voluta dal Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Prefetto Vittorio Pisani, nella convinzione che il quotidiano impegno al fianco della comunità sia il principale vettore dei concetti di legalità, inclusione e rispetto.
La Polizia di Stato e Juppiter hanno di recente concluso la carovana in direzione Capo Nord, partita da Civita di Bagnoregio il 19 giugno e giunta a destinazione il 30 giugno; un progetto al quale la Polizia di Stato ha fornito il suo sostegno assicurando la presenza al fianco del gruppo di due agenti e di un dirigente medico a bordo dell’autovettura Lamborghini URUS con livrea istituzionale.