Contestato e assaltato dall’arrembaggio mediatico e popolare, Gravina ha preso la miglior decisione da quando riveste la massima carica federale del movimento Italia calcistica. In tanti dopo fallimento di Germania 2024, Europeo da campioni in carica francamente chiuso mestamente agli ottavi di finale con la Svizzera a Berlino, chiedevano la testa di chi dirige ma soprattutto del commissario tecnico, Luciano Spalletti. Qualcuno che, vale la pena ribadirlo e ancora sottolinearlo, arrivato per rilanciare il movimento azzurro nel calcio mondiale dopo 10 anni senza competizione iridata, qualcuno chiamato a ricostruire la nazionale azzurra e la sua filosofia dopo i fallimenti Ventura e Mancini. E quindi eccoci ai giorni d’oggi. Dopo settimane di tumulto mediatico e mesi di silenzio, in cui club e mercato ripresero il sopravvento e Spalletti ha potuto ricostruire con meno attenzione del mondo esterno le sue idee, la sua creatura. Quindi settembre e Nations League, sempre appuntamento di vetrina mediatica ma mai argomento decisivo direzione verso ciò che più conta, i Mondiali d’America 2026 e soprattutto le sue qualificazioni. E l’Italia nel venerdì sera s’è presa la sua rivincita. Mediatica, pesante. Perché ha saputo vincere ove ogni dedizione azzurra fin qui non era stata in grado. Per carità, pesa il livello dell’avversario. Un avversario che come mesi fa ha dimostrato evidentemente d’esser gran belle figurine ma ben poco squadra. Ha cambiato volto la nuova Francia ma, dopo il loro vantaggio dopo nemmeno minuto ma manciata di secondi, eccola la reazione che sembrava avesse smarrito questo tipo di ruolo e connotati. E allora siluro Dimarco al volo, allora classico inserimento Frattesi più l’uomo dai club di ricalibrare ma osso duro azzurro: Raspadori. Che la chiude 3-1 per gli azzurri, proprio a casa loro: la vittoria di Spalletti, dopo mesi complicatissimi.
Sport
6 Settembre 2024
Riscossa Spalletti, riscatto Italia: tris alla Francia, la prima volta al Parco dei Principi