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    Politica
    14 Settembre 2024
    Porta d’Italia, il centrodestra di Civitavecchia tenta il rilancio del progetto

    Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia chiedono un Consiglio comunale aperto per riaprire alla nuova provincia. Sullo sfondo c’è già il referendum

     

    CIVITAVECCHIA – Il progetto di una nuova provincia sul litorale nord di Roma sembrava ormai abbandonato. La battaglia portata avanti negli scorsi mesi dai sindaci di Fiumicino, Mario Baccini, e di Santa Marinella, Pietro Tidei, per arrivare alla Porta d’Italia, due mesi fa aveva subito una battuta d’arresto che pareva definitiva. Nel luglio scorso, infatti, il nuovo Consiglio comunale di Civitavecchia a maggioranza di centrosinistra aveva votato un provvedimento che bocciava il progetto e cancellava la risoluzione del centrodestra (approvata dall’assemblea cittadina appena tre mesi prima), che invece era a favore della nuova provincia. Oggi la questione sembra riaprirsi. Il centrodestra civitavecchiese, infatti, ha deciso di riprendere in mano la bandiera della Porta d’Italia e nei giorni scorsi ha protocollato la richiesta di convocazione di un Consiglio comunale aperto per discutere dell’opportunità di uscire dalla Città metropolitana di Roma e contestualmente istituire una nuova provincia autonoma. Di più. Dopo questo primo passaggio all’interno del Consiglio, il centrodestra civitavecchiese è pronto a dare battaglia fino in fondo, arrivando al referendum, nella convinzione che i cittadini di Civitavecchia da tempo vogliano staccarsi dalla Capitale. «Al Consiglio comunale aperto – ha spiegato il capogruppo di FdI, Massimiliano Grasso – saranno invitati i sindaci dei comuni limitrofi che hanno aderito al progetto della nuova provincia o che debbano ancora esprimersi, le associazioni e le diverse realtà locali favorevoli o contrarie, ma anche esperti di diritto amministrativo che hanno realizzato studi o analisi sul progetto, come il professor Michetti. Ad aprile l’Amministrazione Tedesco votò la delibera per l’adesione alla nuova provincia, mentre a luglio, primissimo atto prima ancora della costituzione delle commissioni, l’amministrazione Piendibene irritualmente ha deciso di revocarla, con scuse superficiali». A questo punto il presidente del Consiglio comunale, Marco Di Gennaro, ha venti giorni di tempo per convocare l’Assemblea.