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    19 Settembre 2024
    AS Roma e Friedkin, autolesionismo e calcio moderno: DDR infranto e Caronte Juric, editoriale e ricostruzione

    Il mercoledì decisamente più folle della stagione romanista. E non siamo nemmeno a fine settembre. Una decisione che per larghi tratti e francamente, anche correttamente argomentabile, non solo ha scosso Roma e la Roma, ma è stato un autentico terremoto, un terremoto autolesionistico. Stavolta la spaccatura tra i Friedkin ed il popolo giallorosso è totale. Stavolta il popolo ha espresso il suo dissenso all’unanimità. Cacciare De Rossi in queste maniere è sintomo di

    Lina Souloukou during the Kafd Globe Soccer Awards Europe Edition – Cala di Volpe ,Costa Smeralda , Sardinia . Italy – Tuesday 28 May , 2024. Sport – Soccer . (Photo by Spada/LaPresse)

    un calcio che forse, adesso sì, quei vecchi romantici valori li ha persi. E tutti. Stavolta la decisione e come è stata trattata tradisce i Friedkin. Era semplicemente, effettivamente, un parafulmine post Mourinho. Prima esaltato dai canali social del club, poi dimenticato e nemmeno salutato. Lui lo sapeva e non ha voltato le spalle alla sua Roma, al suo sogno, un sogno adesso infranto. S’era giocato alla grande la sua chance e aveva strappato rinnovo, futuro e futuro anteriore. La firma su un triennale a cui sono bastate soltanto quattro repentine gare sfortunate e qualche confronto di troppo con la CEO, Lina Souloukou, per andare in frantumi. I Friedkin, che quest’estate hanno dirottato attenzioni e mire ad altri club in casi come l’Everton aspetto che è piaciuto minimamente alla tifoseria romanista, hanno scelto i loro dirigenti e, dopo una campagna acquisti affidata al giovane Ghisolfi che ha stravolto progetto tecnico degli ultimi anni, ha pagato il tecnico. Ma stavolta il colpo da teatro, come amano fare lavorando nell’ombra raggirando stampa e ambiente tirando fuori mosse come Mourinho e De Rossi, non era stato programmato e non ha minimamente sortito gli effetti sperati. Perché dietro al sorprendente comunicato mattutino mostrato ad un De Rossi già a Trigoria e pronto a preparare l’allenamento delle 11 poi rimandato dal club, non c’era alcun coniglio dal cilindro. La risposta, dopo qualche rifiuto secco come quello di Pioli, di Terzic o inevitabilmente di Tuchel, è stata semplicemente Ivan Juric. L’ultima scelta. Affrettata, per nulla calibrata, e non potrebbe esser altrimenti. Un sergente croato per cui parlare di scetticismo diventa solo un eufemismo. Che tra l’altro, come mostra il contratto di un solo anno più opzione, è solo un traghettatore. Si traghetta da settembre? Interrogativi corretti. Si rinnova un tecnico come De Rossi per tre anni o li sfiducia dopo solo 4 partite? Interrogativi naturali. Al popolo giallorosso è stata strappata una bandiera. E dietro c’era Juric. Ecco perchè domenica sarà contestazione. Squadra scossa e post social per l’ormai ex tecnico giallorosso. Tifosi sotto casa di DDR per salutarlo, un’ultima volta. Cronache, narrazioni e argomentazioni del mercoledì più folle, autolesionistico e doloroso della storia recente romanista.