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    Politica
    20 Settembre 2024
    Il partito non si farà, resto fedele ai principi della Lega: parola del generale Vannacci

    di Simona Tenentini

    VITERBO – “Il partito non si farà, resto fedele ai principi della Lega”.

    Il generale Vannacci ieri a Viterbo per la due giorni di festa organizzata dai movimenti “Noi con Vannacci” e “Il Mondo al contrario” mette a tacere così, con una battuta, gli insistenti rumors degli ultimi mesi, che vedevano Viterbo come il luogo di nascita di una nuova formazione politica guidata dall’eurodeputato – il secondo più votato in Italia dopo la Meloni.

    L’annuncio è un sospiro di sollievo per tutti i sostenitori della Lega intervenuti alle Terme Salus ma non spegne l’entusiasmo dei tantissimi sostenitori dei due movimenti intervenuti da tutt’Italia a manifestare il proprio sostegno.

    In platea anche l’ex ministro Gianni Alemanno, il presidente della Provincia Alessandro Romoli e l’ex sindaco di Viterbo Gianni Arena.

    “Questo è quello che ci contraddistingue, ribadiscono più volte i numerosi relatori sul palco, il “cameratismo”, non nel senso deteriore del termine ma in quello originario: quel sentimento basato sull’aiuto reciproco, il rispetto, la solidarietà.”

    “Vannacci ha sdoganato questo termine e far parte di un mondo al contrario – affermano – significa proprio questo: non tradirsi mai ed essere uniti verso un obiettivo comune: noi vorremmo che questi principi fossero trasposti dal mondo militare a quello reale, un passaggio che potrebbe far superare quella disaffezione politica dovuta a tutti gli esempi negativi che hanno fatto perdere fiducia nel sistema.”

    Una sorta di fratellanza insomma, che è un pò il collante dei partecipanti alla convention.

    Tanti, tantissimi gli intervenuti, che riempiono la sala e scaldano il loro idolo con applausi ed incitamenti, spronandolo ad andare avanti sul suo cammino nonostante gli attacchi quotidiani alla sua persona e alle sue affermazioni.

    Attacchi che, dice Vannacci: “Arrivano soprattutto da certi giornalisti con la barbetta a metà tra Fidel Castro e Che Guevara”, segno evidente che in Italia c’è ed è innegabile la libertà di stampa “anche se, per avere un minimo di attendibilità devi leggere 27 giornali” – sottolinea.

    “Del resto sono stati certi giornalisti, e giù nome e cognome, ad avermi fatto conoscere con i loro titoloni decontestualizzati ed assolutamente scollati dalla realtà. Perchè dovete sapere – scherza – che la maggior parte di coloro che criticano il mio libro nemmeno lo hanno letto.

    Comunque a loro va il mio ringraziamento, visto che hanno incrementato le vendite del libro ed ho potuto fare una campagna elettorale a costo zero”, scherza con la moderatrice Claudia Conte che lo incalza su altri temi sensibili: immigrazione, sicurezza, legalità.

    Il generale Vannacci è un fiume in piena e, per circa due ore, tiene incollati i presenti con le sue tesi: “Noi non siamo contrari all’acquisizione della cittadinanza per gli immigrati ma non si può pensare di basare questa “eredità” su un automatismo come lo ius scholae.

    La cittadinanza è la trasmissione di principi, di valori , di cultura da padre in figlio e deve essere fondata esclusivamente sul sangue, come succede in tutti i paesi del mondo tranne quelli che hanno bisogno di immigrati per popolare i loro territori: Stati Uniti, Canada, Brasile.

    E’ immorale pensare che per colmare il gap della natalità sia necessario “importare” bambini da altri stati, piuttosto che incentivare le nascite con politiche adeguate”.

    “Mi dovete spiegare cosa c’è di estremismo nel sostenere principi come la sicurezza, l’identità dei popoli, la sovranità dello stato” – fa appello al pubblico che risponde con un’ovazione.

    La chiosa, infine, con una certezza: “Il governo Meloni durerà, alla faccia di tutti quelli che rosicano”.