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    Cronaca, Sport
    20 Settembre 2024
    Omicidio Bergamini, decolla il processo: la Procura chiede 23 anni per l’ex Internò

    Trentacinque lunghissimi anni dopo, uno dei delitti più drammatiche e mai risolti della criminologia italiana sembra poter finalmente ammirare la luce del sole. Parliamo dell’omicidio di Donato Denis Bergamini, ai tempi calciatore e centrocampista del Cosenza, che nell’ormai remoto 1985 morì “per asfissia meccanica, ucciso con una sciarpa salvo poi esser gettato sotto ad un camion, come suggerì l’autopsia del 2017. Giorni di requisitoria della pubblica accusa e scocca una novità rilevante, eccome. All’interno del processo Bergamini, la Procura di Castrovillari ha chiesto ben 23 anni di reclusione per l’ex fidanzata dell’allora centrocampista rossoblu, Isabella Internò, accusata d’esser mandante, omicidio volontario. Non è tuttora chiaro chi siano state le braccia dell’operazione di omicidio architettata dalla Internò, anche se l’impressione è che ormai il pubblico ministero abbia un’idea ben precisa, sappia chi avere in mano, in vista delle sentenza prevista per il prossimo primo ottobre. Isabella Internò oggi ha 55 anni, come spiegato dal PM Luigi Primicerio affiancato dal Procuratore Alessandro D’Alessio, “è un’altra persona, ma tutte le affermazioni negli anni della sua difesa sono scientificamente da ritenere false”. Affermazioni che ricordiamo parlavano di suicidio. La Internò viene descritta e narrata secondo numerose testimonianze raccolte come una ragazza ai tempi estremamente gelosa. L’omicidio avvenne nel 1989, due anni dopo una serie di “tira e molla” che chiusero definitivamente la scelta di Bergamini di lasciare l’ormai sua ex, decisione presa nel 1987, biennio ricco di eventi: la gravidanza della Internò interrotta a Londra dopo cinque mesi malgrado Denis nonostante fosse finita la storia avesse manifestato tutta la sua vicinanza e determinazione a tenere il bambino, l’ossessiva attività quasi da stalker a pedinare e seguir Denis in ogni sua uscita, in ogni suo movimento, per scoprire se nel frattempo stesse allacciando relazioni con altre donne. Il movente è la gelosia, dunque: lei il mandante di un piano architettato ed eseguito da altri individui. 23 anni di reclusione: questa la richiesta della Procura di Castrovilli.