Se alla vigilia dell’ultima gara di Serie A 23/24 con l’Udinese, probabilmente la più importante della storia giallazzurra, avessero spifferato al popolo ciociaro che il Frosinone pochi mesi più tardi si sarebbe ritrovato penultimo in Serie B dopo sole cinque giornate, verosimilmente chiunque avrebbe parlato di incubo o vero e proprio film horror. Nessuno avrebbe creduto, non tanto al dramma Udinese, quanto a quel che sarebbe successo dopo. Che non sarebbe stata una ricostruzione agevole era chiaro, d’altronde per tutto l’ambiente tra club e tifoseria la retrocessione fu sorprendente colpo amarissimo da digerire, ma la partenza in cadetteria 24/25 specialmente agli ordini di un tecnico così quotato e preparato come Vivarini è stata sin qui assai deludente. Una partenza che dopo Brescia assume connotati disastrosi. Domani allo Stirpe arriva un Bari che naviga nelle stesse torbide acque giallazzurre: se non fosse già quasi scontro diretto, basterebbe reazione e basterebbe tornare ad ammirare una parvenza di squadra, ma servono per quanto spiegato già i tre punti. Anche perché in cinque giornate sono arrivati solo tre pareggi prima del tracollo bresciano: ecco che manca ancora l’appuntamento con la prima vittoria. Certo, i rinforzi sono arrivati tardi, il mercato è stato un mercato difficile per chiunque e la squadra ha cambiato severamente volto. Ma dopo la sosta ci si aspettava una ripartenza: invece cappotto e umiliazione. Come se non bastasse Darboe pagherà due giornate di squalifica, Cerofolini s’è operato, Biraschi appendicite. Ecco che le premesse non sono quelle migliori. Tante assenze. Il pubblico sosterrà come sempre la squadra ma necessita reazione, altrimenti come nel post gara di Brescia (tifosi spalle al campo, ndr) legittimamente esprimerà il suo dissenso. Insomma, domani c’è tanto da perdere. Serve reazione che deve innescare i tre punti. Concetti legati, uno deve portare all’altro. Si gioca alle 15: gara delicatissima allo Stirpe.