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    21 Settembre 2024
    AS Roma, domani l’Udinese: sabato paradossale, preludio contestazione
    Tensione giallorossa. Una vigilia che solo giorni fa sembrava fantascienza: nel mezzo Juric, severo e rude

    Una conferenza stampa paradossale. Una giornata paradossale. Una vigilia paradossale. Il paradosso di ciò che soltanto qualche giorno fa sembrava utopia e fantascienza ma che invece è diventato tutto vero. Via De Rossi, conferenza e Roma ad Ivan Juric. Aspettava la prima chiamata di club a metà classifica in difficoltà, s’è ritrovato in poche ore tecnico giallorosso. Poche domande, poche risposte, volto severo e pensiero soltanto al campo. “Champions League e valorizzazione della rosa” queste le richieste dei Friedkin che gli hanno fatto firmare un contratto annuale, come se non ci credessero nemmeno loro. Parole al miele per De Rossi, paradossalmente anche da parte di Juric: “La squadra sta bene, è ben preparata lo seguiva, il problema i risultati”. Già, soltanto quattro gare. Dopo aver sottoscritto un triennale soltanto qualche mese. Juric parla di difesa a tre e spiega i suoi dettami, apprezza l’Udinese, accarezza il ritorno di Zalewski. Dybala e Soulè che possono coesistere e tutto che viaggia verso il 3421, rischia proprio Pellegrini. Conferenza asettica in una vigilia paradossale, per tornare all’apertura. Vigilia che diventa preludio, turbolento preludio di quanto già annunciato: la dura, durissima contestazione. A squadra, Pellegrini e Cristante. Saranno cori per De Rossi e attacco plateale a chi, però, se n’è già tornato in America: i Friedkin. Paradosso nel paradosso. Nel mezzo, nelle mesopotamiche terre di mezzo giallorosse, quell’Ivan Juric. Severo, rude, determinato. Che sarà chiaramente esulato dalla contestazione ma dovrà preparare una bozza tattica contro un’Udinese capolista da affrontare in un pomeriggio avverso, tosto, complicatissimo. A livello di clima e atmosfera. Quell’Olimpico per anni e anni soldout che adesso attaccherà gli interpreti, la società, i calciatori. Ma mai la Roma.