Altro grosso e succulento weekend di Premier, quello appena trascorso, tanto per cambiare ancora pregno di contenuti, sfumature, tematiche, emozioni. Al centro delle copertine, ancora una volta contestato e sul lastrico soprattutto da quei pundits che all’Old Trafford ci vanno storicamente assai poco leggeri, è ancora Erik Ten Hag che, demolito dalla riscossa del Tottenham di Postecoglou, subisce un’altra imbarcata all’Old Trafford: grandina acquazzone, grandina Spurs, tre a zero netto e stavolta calcio totale, rivincita del tecnico australiano per una posizione, quella del collega olandese, che stavolta torna seriamente in discussione. Una FA Cup, quella di maggio scorso, un successo nel derby sul Man City che ribaltò scenari e fronti ormai designati, che in virtù dell’ottavo e fallimentare ottavo posto al secondo anno di gestione avrebbe significato senz’altro esonero. Ed invece quella vittoria ribaltò la scelta della nuova dirigenza, quella di Sir Ratcliffe: decisero di mantener fiducia e proseguire insieme. Ma la stagione, quest’anno, nonostante l’ennesima campagna estiva piena di investimenti, è ricominciata sulla falsariga della passata: pesanti ko e discontinuità, quel senso di non tener in mano alcuno spogliatoio, spogliatoio storicamente tossico, pieno di calciatori che continuano inesorabilmente a deludere o ad esprimersi a livelli lontanissimi di quelli attesi quando indossi quel tipo di maglia. Al momento, a meno di clamorosi ribaltoni di giornata, Ten Hag è destinato a restare in sella per almeno un’altra settimana, quella della sosta. Ma attenzione perché proprio quel break, se Porto o Villa Park dovessero far precipitare contesto Red Devils. Tuchel alla finestra, Pochettino States, occhio all’opzione Van Nistelrooy traghettatore. SLOT IN TESTA Se grandina sulla Manchester rossa, stavolta non sorride nemmeno quella Citizens la quale, alla prima senza Rodri e su campo tostissimo come Newcastle, non va oltre l’uno a uno: Gordon, omaggiato dal suo popolo McPies con coreografia stellare prima del fischio d’inizio, riacciuffa Gvardiol per l’uno a uno finale che Arteta sfrutta per agganciare i rivali. Col brivido l’Arsenal, in casa col Leicester, pirotecnico 4-2 risolto in pieno recupero, quando palla e porta avversarie sembravano stregate. Un successo che fa esplodere l’Emirates, successo pesantissimo come soprattutto quello del Liverpool di Slot che in silenzio, da terza forza ad un punto dalla doppia capolista, vince pure 2-1 a Wolverhampton e scavalca entrambe. Sabato trasferta sul campo del Palace: se vincono, Reds capolisti alla sosta. Può diventare corsa a tre? Il lungo inverno esporrà il suo verdetto. RE PALMER A proposito di punti pesanti, chi stavolta li perde rimontato a Portman Road da gioiellino Delap diventa l’Aston Villa di Emery: 2-2 e puntone Ipswich. Primo tonfo per il Forest, sconfitto al City Ground dal Fulham di Marco Silva; in fondo finalmente primi tre punti per l’Everton, stavolta rimontante e non rimontato, McNeil un sinistro una garanzia: 2-1 sul Palace e primo urlo liberatorio a Goodison Park dopo tanti punti buttati e/o persi. In chiusura, copertine della giornata, forse le più splendenti, per gioiello Palmer: livelli straordinari, Stamford Bridge non ammirava un calciatore dalla classe così cristallina da anni, poker in 20 minuti al Brighton e record assoluto, mancino su tutte le forme a proiettare Maresca in zona alta, prima partenza ok dei giovani Blues dopo annate particolarmente complicate. Stasera chiude il quadro del sesto turno un intrigante Monday Night: derby della Manica, c’è Bournemouth-Southampton.
Sport
30 Settembre 2024
Cronache Prem, grandinata all’Old Trafford: Ten Hag sul lastrico. Slot in vetta, Palmer Re del Bridge