di Marco Gubetti
SANTA MARINELLA (RM) – Il Consiglio comunale di Santa Marinella come la Via Merulana di gaddiana memoria. Un pasticciaccio proprio brutto quello che è avvenuto martedì pomeriggio, quando la massima assise cittadina si è riunita. Lo scopo principale della seduta era quello di surrogare la nuova consigliera Marina Ferullo, nominata assessore allo Sport dal sindaco Pietro Tidei lo scorso 23 settembre, con Maura Chegia, subentrante come prima dei non eletti della lista civica Cittadini al Centro. Da subito si capisce che non andrà tutto liscio. L’opposizione, infatti, decide di non partecipare perché vuole “sancire la spaccatura definitiva – si legge in un comunicato di Noi Moderati – tra questo modo di governare la Città deciso dal sindaco Tidei e una Comunità che assiste attonita al teatrino messo su per sole ragioni di sopravvivenza politica da chi è stato isolato dagli stessi cittadini”. La maggioranza – che dopo l’uscita proprio di Noi Moderati è ormai ridotta ad avere un unico voto di vantaggio sulle opposizioni (quello del sindaco) – resta così con otto voti su diciassette, perché la Ferullo è ormai ex consigliera, dunque non può votare e in caso di pareggio 8-8 i provvedimenti non passano. Non solo. Per avere il numero legale e aprire la seduta deve essere presente il 50% dei consiglieri e anche in questo caso i numeri non ci sono: escludendo Tidei, la cui presenza non può essere calcolata nel computo per il numero legale, in aula ci sono solo sette consiglieri in carica. Assemblea da rinviare, dunque. E invece no. Il presidente del Consiglio, Emanuele Minghella, tira fuori dal cilindro una sentenza della III sezione del Consiglio di Stato risalente al 2021, che fa leggere in aula dal Segretario Generale del Comune, Stefano Schirmenti. Il pronunciamento stabilisce che la surroga è un atto dovuto e nessuna manovra dilatoria o ostruzionistica può dunque bloccarla. La seduta prende il via in assenza di numero legale. Chegia viene proclamata consigliera e così, in un colpo solo, c’è di nuovo il numero legale e la maggioranza torna ad essere tale con nove voti su diciassette. A questo punto il Consiglio approva in rapida sequenza una serie di delibere in materia economica, la più importante delle quali è sicuramente quella riguardante il Bilancio consolidato 2023, passaggio cruciale e obbligato per il prosieguo dell’Amministrazione, al quale l’Aula dà il suo disco verde con nove voti favorevoli e, ovviamente, nessun contrario o astenuto. Lo stesso accade su due altri provvedimenti che riguardano la Santa Marinella Servizi e i suoi dipendenti. La forzatura avvenuta in aula scatena l’ira delle opposizioni. Poco dopo la conclusione dei lavori del Consiglio, Noi Moderati fa uscire un comunicato nel quale viene sottolineato che “riguardo all’irrilevanza del numero legale per procedere alla surroga della consigliera Ferullo, il richiamo alla sentenza del Consiglio di Stato è fuorviante, in quanto la sentenza in questione giudicava sul voto negativo espresso in seconda convocazione di un comune calabrese e anzi ribadiva che ‘sono fondamentalmente irrilevanti le ragioni per le quali non si è potuta tenere l’adunanza in prima convocazione, qualunque ne possa essere la ragione'”. C’è poi anche la questione del consigliere Jacopo Iachini, che – secondo quanto sostenuto dalle opposizioni – non avrebbe potuto partecipare alle votazioni riguardanti la Santa Marinella Servizi, in quanto figlio del legale rappresentante della società partecipata, e che invece – come riportato sopra – ha dato il suo voto favorevole a entrambi i provvedimenti in materia. “A questo punto – dice Domenico Fiorelli, capo delle opposizioni di centrodestra in Consiglio comunale – faremo sicuramente ricorso al Prefetto e non escludiamo nessun altro tipo di impugnazione, dal Tar in su, che ci possa aiutare a riportare la legalità all’interno del Consiglio. Non contestiamo il merito della surroga, ma sul metodo la maggioranza ha compiuto uno strappo inaccettabile che deve essere sanzionato”.