ROMA – Sulla crisi del latte di bufala sono intervenuti, con una dichiarazione congiunta, Confagricoltura Lazio, CIA Lazio e Copagri Lazio: “Quanto sta accadendo a numerose aziende del territorio laziale produttrici di latte di bufala è allarmante e rischia di compromettere la sopravvivenza di molte attività. La presunta eccedenza di prodotto, derivata da un calo della domanda, ha portato alcuni trasformatori a non ritirare il latte, creando un’instabilità che sta mettendo a dura prova l’intero comparto. È fondamentale sottolineare che si tratta di un settore che negli anni ha fatto importanti investimenti per migliorare l’efficienza e la qualità del prodotto, garantendo standard elevatissimi di sicurezza alimentare e qualità, nel pieno rispetto delle normative previste dal disciplinare della Mozzarella di Bufala Campana DOP. Il comparto del latte di bufala rappresenta una delle eccellenze dell’agroalimentare italiano e del Lazio in particolare. La qualità del prodotto non è mai stata in discussione e la filiera ha dimostrato di essere un esempio di innovazione e sostenibilità. Tuttavia, l’attuale crisi rischia di minare questi risultati a causa del possibile ricorso a latte congelato proveniente dall’estero, una pratica che minaccia la genuinità del prodotto e la fiducia dei consumatori. Attualmente, nella regione Lazio si contano oltre 352 allevamenti, con una popolazione di circa 70.000 capi, che producono più di 1.000 quintali di latte di bufala al giorno.
Questo posiziona il Lazio tra i principali distretti produttivi a livello nazionale, con un impatto significativo non solo sull’economia locale ma anche sulla reputazione del made in Italy nel mondo. Confagricoltura, CIA e Copagri hanno richiesto un incontro urgente con l’assessore all’Agricoltura Giancarlo Righini per discutere di queste problematiche e trovare soluzioni condivise che possano garantire la continuità delle aziende del settore. La situazione attuale richiede interventi rapidi e concreti per evitare che il settore si trovi in una crisi irreversibile.
È necessario potenziare i controlli sul rispetto delle normative e dei tempi di pagamento, fissati in 30 giorni dal conferimento del latte, affinché le aziende agricole possano continuare a operare in modo sostenibile. Siamo certi che la Regione Lazio e l’assessore Righini, che ha già dimostrato grande attenzione verso le attività agricole del territorio, risponderanno prontamente a questa richiesta.
L’assessore si è sempre distinto per il suo impegno a favore del settore, come dimostra la recente proroga del bando per l’avviamento aziendale rivolto ai giovani agricoltori, un’iniziativa cruciale per il futuro dell’agricoltura laziale”.
E’ arrivata, a stretto giro, la nota dell’assessore regionale Righini: «Ringrazio gli amici di Confagricoltura, Cia e Coopagri per aver attenzionato il problema riguardante il prezzo del latte di bufala, che già da qualche settimana è in cima alla mia agenda.
Con il direttore regionale, Roberto Aleandri, stiamo già valutando una soluzione per contrastare questo evidente tentativo di speculazione sul prezzo ai danni degli allevatori.
La Regione Lazio ci sarà con idee e risorse che come sempre non faremo mancare al comparto».