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    Cronaca
    7 Ottobre 2024
    Donne pedofile, dal tremendo caso di Cairo Montenotte al processo iniziato per una donna viterbese

    Donne di cui si parla poco ma che esistono, i casi più tristi e la confusione delle piccole vittime

    Donne pedofile. Quello che può sembrare un ossimoro è invece una realtà. Difficile accostare l’idea della donna, vista spesso come perno della famiglia, consolatrice,  dall’animo sensibile e solitamente disposta alla cura dei più piccoli, a colei che compie abusi sessuali su minori. Minori spiazzati, proprio dall’idea della donna “accudente” e per questo confusi nell’incasellare il reato per quello che è.  “Mi diceva che lo faceva per amore, che era tenerezza, che non c’era nulla di male” racconta la giovane vittima di un’amica della madre.

    Donne di cui si parla poco, con numeri molto inferiori rispetto alle violenze perpetrate da uomini, ma comunque esistenti e spesso anche più subdole, proprio perché recepite come amorevoli e “materne”.Tra i casi più eclatanti in Italia, quello avvenuto nei primi anni del 2000 a Cairo Montenotte, dove una madre ha sodomizzato per anni e quotidianamente il figlio che all’epoca dei fatti aveva 10 anni.

    Fino ai casi più recenti, quello di una professoressa 40enne di Benevento condannata a tre anni e quattro mesi di reclusione per violenza sessuale su uno studente di 12 anni. Sei anni di carcere per la 50enne insegnante di sostegno che ha violentato il suo alunno disabile, in provincia di Firenze, e ancora a Prato una maestra per le ripetizioni di terza media che ha partorito il figlio del suo alunno all’epoca dei fatti 13enne.Mentre, per una donna trentenne del Viterbese, ma abitante a Latina, è iniziato quest’estate il processo per aver ha usato violenza su un bambino di 9 anni, figlio del suo (all’epoca) compagno. La svolta per la denuncia, quando il piccolo, un giorno che era a scuola, all’improvviso si è sentito male, probabilmente per lo stress accumulato e perché non aveva raccontato a nessuno quello che era avvenuto: non reggendo più psicologicamente, il bambino si è liberato di un peso che lo tormentava e che non lo faceva più vivere bene.

    Fino al caso seguito dall’associazione “La Caramella Buona”, presente a Reggio Emilia,  Acuto (FR) e Milano, quello di un dodicenne “abusato” da un’amica della madre.

    “Avevo 12 anni e lei ne aveva circa 40. Ricorderò per sempre come mi ha saputo manipolare e come ha abusato di me. Voglio che tutti sappiano quello che mi ha fatto, e soprattutto vorrei che altri bambini venissero protetti”. Qualche giorno fa il presidente Roberto Mirabile, la vicepresidente Anna Maria Pilozzi e il team legale di Caramella Buona – formato dall’avvocato Sara Polito e dall’avvocato Virginia Iannuzzi – erano al Tribunale di Foggia per l’udienza a carico di questa donna.

    Le parole dell’avvocato Sara Polito “Si tratta di uno dei primi casi in Italia che vede una donna accusata di abusi su minore, un caso di cui si è occupato anche il programma televisivo Le Iene. Abbiamo tutto l’interesse affinché il processo proceda e sia fatta giustizia per questi fatti che riteniamo estremamente gravi. Come Caramella Buona stiamo supportando la vittima, purtroppo però l’udienza di oggi è stata rinviata poiché l’imputata ha presentato un certificato medico chiedendo e ottenendo il legittimo impedimento. La corte ha predisposto un rinvio e fissato la nuova udienza per il 19 dicembre prossimo”.

    Le parole del presidente Roberto Mirabile  “Siamo stati qui oggi per supportare la vittima e la sua famiglia in una giornata che sapevamo essere molto impegnativa dal punto di vista emotivo. Non nascondiamo un profondo rammarico per questo rinvio, non solo per i tanti chilometri fatti ma, anche e soprattutto, pensando alla vittima che, dopo aver preso coraggio, non ha potuto dare testimonianza. Ora ci concentriamo sulla prossima udienza, noi ci saremo come sempre e, come sempre, faremo il massimo perché la giustizia possa vincere!”