Un leone ferito, che però ancora non è morto. Così il direttore sportivo Angelozzi ha definito il Frosinone Calcio, momento storicamente complicatissimo, una partenza in B da dimenticare, più che travagliata tra mille sconfitte e problemi. Ma come sempre il direttore di gran carriera c’ha messo la faccia, eccome. Sintomo di una società da sempre seria e sana, gioiellino strutture, impianti e stadio di proprietà che non sono certamente un caso. Un club che lo scorso anno ha sfiorato una miracolosa salvezza in massima serie: qualcuno ormai aveva fatto la bocca, la notte Udinese s’è trasformata invece in un tremendo incubo da cui l’ambiente forse non s’è mai ripreso. Penultimi in classifica a soli sei punti, addirittura sotto la Carrarese, sabato scorso persino corsara allo Stirpe. Imbarcate a cavallo tra Brescia e Bari, la ricostruzione Vivarini fin qui non ha funzionato. Ecco perché più di qualcuno ha sussurrato potesse essere a rischio, soprattutto dopo la gravosa sconfitta interna con la Carrarese, gara che avrebbe dovuto sancire il click stagionale, ripresa e continuità dopo il successo di Cittadella, ed invece ha narrato un altro ennesimo capitombolo interno che ha riproiettato i giallazzurri nei torbidissimi meandri della zona retrocessione. Ma è intervenuto Angelozzi a chiarir una volta per tutte. Ha difeso il tecnico, definendolo un grande allenatore. Continuità nel suo percorso professionale: Angelozzi e Stirpe, gente lungimirante, restano dirigenti che raramente sfiduciano o cambiano repentinamente rotta. Vivarini lo sa, è fortunato. Resta sulla panchina giallazzurra. Anche perché il direttore ha parlato di infortuni, tutti gravi e per tasselli importanti. Adesso sosta, finalmente. Sosta a cui l’allenatore ha comunque resistito, questa la notizia più rilevante. Ma adesso non può più perdere ulteriore terreno.
Sport
9 Ottobre 2024
Frosinone Calcio, resta Vivarini: sabbie mobili, ma totale fiducia del club