VITERBO – “Coltivazioni idroponiche nelle serre con le acque termali a dispersione” è il titolo del Caminetto del Rotary club Viterbo, proposto dalla presidente eletta Simona Tartaglia e relazionato dal professor Giuseppe Colla, Direttore dell’Azienda agraria didattico-sperimentale dell’Università degli studi della Tuscia, svoltosi nella serata del 10 ottobre.
Hanno presenziato la presidente del Rotary club Viterbo Avv. Rosita Ponticiello e Simona Tartaglia, con la presenza dell’assessore comunale Patrizia Notaristefano.
Il professor Colla ha illustrato la bontà del progetto delle coltivazioni idroponiche che sono delle tecniche sempre più diffuse che sfruttano le acque, nel caso di specie termali, per fare crescere le piante in un contesto colturale regolato e privo di parassiti e malattie provenienti dal terreno evitando l’uso di pesticidi e fertilizzanti.
Simona Tartaglia ha ricordato che “si tratta in un sistema che permette un risparmio energetico a costo zero con serre riscaldate da acque termali a dispersione nei campi: la temperatura delle acque è sempre costante. Fui contattata da imprenditori di Canino che usano questo sistema su due serre di 4.000 metri quadrati. Si sono specializzati sui pomodori. Investire su progetti di irrigazione idroponica permetterà di avere occupazione giovanile e molte startup”.
La presidente del Rotary club Viterbo Rosita Ponticiello ha puntato anche lei sulle possibilità occupazionali e di efficientamento permesse dalle colture idroponiche e lodato l’impegno di Simona Tartaglia nel proporre il Rotary club Viterbo come promotore di progetti di sviuppo sulle coltivazioni idroponiche in sinergia con l’Unitus.
L’assessore Patrizia Notaristefano ha detto che “il progetto delle colture idroponiche è importante per inserire Viterbo nei progetti sulle filiere solidali del cibo. Queste progettualità sono esportabili mantenendo il patrocinio del Rotary club Viterbo come capofila e coinvolgendo altri club vicini”.
Il professor Colla, nella sua accurata relazione, ha spiegato che la tematica delle coltivazioni idroponiche nelle serre è un progetto tutto da costruire. “Si tratta di di sistemi produttivi non sperimentali – ha detto – ma di una produzione su scala commerciale.Il termine idroponico significa lavorare con l’acqua, con colture fuori suolo, che permettono condizioni migliori per la pianta. I primi esempi risalgono all’epoca babilonese con i giardini pensili di Semiramide e si sono sviluppati via via presso altre civiltà fino ai tempi nostri. La letteratura scientifica più importante è di Dennis Robert Hoagland, professore alla Berkeley University”. Colla ha poi parlato delle prospettive delle coltivazioni idroponiche sia per un’ipotetica colonizzazione di Marte, sviluppata anche con gli esperimenti degli astronauti tra cui il bomarzese Roberto Vittori, che per permettere l’agricoltura in zone della Terra con climi estremi. Il progetto portato avanti da Colla con l’Unitus è stato testato nello spazio e ha dato grandi risultati. “Tra i fattori favorevoli alle colture idroponiche – ha concluso Colla – ci sono le produzioni maggiori con minore spreco d’acqua e in minori spazi, tra quelli contrari i costi elevati, il know how insufficiente e la carenza di infrastrutture”.
”Lavoreremo – ha detto in conclusione la presidente del Rotary club Viterbo – per farci promotori dello sviluppo, di concerto con l’Unitus – di un progetto di sviluppo nella Tuscia delle colture idroponiche ricercando investimenti mirati che portino occupazione e innovazione”.