di Diego Galli
VITERBO – Prosegue il Festival Economia della Cultura tra le mura di Palazzo dei Priori, un appuntamento su tre giorni che vede protagonisti molti amministratori locali e non solo. Un occasione, come quella di stamattina in Sala Regia, per parlare di marketing territoriale, ovvero come raccontare le bellezze del proprio territorio ai cittadini e al mondo intero per migliorare cultura e turismo.
All’appuntamento di questa mattina se ne è parlato con Umberto Croppi, direttore di FederCulture, che ha posto l’accento sul fatto che tutti dovrebbero prendere come modello ciò che riuscì a realizzare Mantova circa 20 anni fa. “All’epoca sconosciuta ai più”, come sottolineato da Croppi, ma che con il tempo è riuscita a farsi conoscere grazie a una politica di marketing particolarmente efficace, collegata anche al Festivaletteratura, evento che dal 1997 ha reso di anno anno sempre più nota la storicissima cittadina lombarda.
Il concetto, di fondo, è che a Viterbo servirebbe qualcosa di simile. Un esempio più vicino è sicuramente rappresentato dal Festival dei Due Mondi di Spoleto, altra magnifica celebrazione dell’arte che – addirittura dal 1958 – ha contribuito a rendere ancora più nota la bellissima città umbra. Un appuntamento ormai consolidato negli anni, che addirittura, decenni va, venne proposto all’amministrazione viterbese dell’epoca, ma che poi pare essere stato rifiutato.
In risposta, la sindaca Chiara Frontini ha ribadito il massimo impegno che la sua amministrazione starebbe infondendo nel centro storico, cuore pulsante della Città dei Papi. Per farlo capire meglio al pubblico ha parlato di due esempi concreti di “recupero e rifunzionalizzazione”: uno relativo all’ex Teatro Genio, che diverrà un centro congressi e luogo culturale e l’altro legato a quella che per i viterbesi è ben nota come “ex casa di Alfio”, struttura che troverà una vocazione d’accoglienza turistica alle porte – letteralmente – di Valle Faul, incastonandosi con gli altri edifici presenti in zona.
“Fare marketing vuol dire raccontare tutto questo e spiegarlo alla cittadinanza in primis – ha sottolineato Frontini – Un tassello fondamentale sarà ovviamente la fruibilità del patrimonio culturale. Grazie a dei partner privati che si occupano di vari asset locali abbiamo realizzato programmi bellissimi. Per esempio, il Museo Civico gestito da ArcheoAres ha abbattuto tutte le barriere architettoniche realizzando un percorso multisensoriale unico”.
Viterbo si muove, quindi, anche in direzione della candidatura a Capitale Europa della Cultura edizione 2033. Già l’anno prossimo dovrà presentare il suo dossier agli organi competenti ma, sfortunatamente, non potrà certo avvalersi di un festival come quello di Mantova. La storia degli eventi nel capoluogo della Tuscia è infatti molto sfortunata e generalmente ogni idea, seppur buona, viene generalmente a morire dopo solo poche edizioni. Ne è un esempio lampante il Festival Caffeina, forse il più ricordato e rimpianto dalla cittadinanza, che solo fino a pochi anni fa era in grado di accendere letteralmente il centro storico viterbese, portando migliaia di visitatori e offrendo grandi appuntamenti. Un evento, tuttavia, nefasto per tutto ciò che ne conseguì e che in molti ben ricordano.