Personalità di punta del cattolicesimo sociale
ROMA – E’ morto oggi a Roma all’età di 95 anni, Domenico Rosati, politico e giornalista. Ne danno notizia i figli Maria, Marco ed Elisabetta. Solo tre anni fa era scomparsa la moglie Elena, sposata nel 1956.
Rosati è stato per 11 anni presidente delle Associazioni cristiane lavoratori italiani (Acli), dal 1976 al 1987, e poi senatore come indipendente nella Democrazia Cristiana per una legislatura fino al 1992. I funerali si terranno mercoledì 16 ottobre alle ore 10 alla parrocchia Santissima Trinità a Villa Chigi in via Filippo Marchetti 36.
Sempre convinto dell’autonomia dei cattolici in politica come nei rapporti ecclesiali, Rosati ha guidato le Acli in un periodo travagliato dell’associazione, dopo l’incrinarsi del rapporto con la Chiesa per l’ipotesi socialista formulata quando presidente era Emilio Gabaglio, culminata nella deplorazione di Paolo VI del 19 giugno 1971. Sotto la sua presidenza si ristabilisce un solido rapporto tra l’associazione e la gerarchia ecclesiastica, suggellato anche da un incontro con Papa Wojtyla.
Rosati ha voluto dare alle Acli un’impronta di “movimento della società civile per la riforma della politica” che si caratterizzasse sui temi pace, lavoro e democrazia, non in contrapposizione ai partiti ma per la loro rigenerazione. Nel 1983 ha promosso la marcia per la pace da Palermo a Ginevra contro la politica del riarmo atomico con i missili nella base di Comiso. Il 13 giugno del 1984, in piazza San Giovanni, da presidente delle Acli è stato tra gli oratori ai funerali di Enrico Berlinguer, una preghiera laica che si concludeva con “riposi in pace” a cui la folla dei militanti del Pci rispose: ‘amen’.
Nato a Vetralla in provincia di Viterbo, il 5 febbraio 1929, laureato all’università La Sapienza di Roma in giurisprudenza, ha coltivato sempre la sua passione per il giornalismo, fin dagli anni Cinquanta nelle Acli prima come capo dell’ufficio stampa e poi come direttore del periodico Azione Sociale. Come commentatore sui fatti politici e del mondo cattolico ha collaborato con vari giornali e riviste, tra cui Avvenire, Il Mattino e più di recente, l’Unità. Autore di diversi saggi su cattolici e politica, tra cui “La questione politica delle Acli” del 1975. Nel suo studio, in un piccolo quadretto, campeggia una frase del cardinale Garrone del 1968: “Un uomo ridotto alla sola obbedienza è una caricatura”.