di Marco Gubetti

CIVITAVECCHIA – Il Consiglio comunale aperto di Civitavecchia dello scorso mercoledì ha fatto emergere come proprio la città portuale sia rimasta col cerino in mano sul progetto della nuova provincia. Il Pd, in particolare, che è oggi la forza egemone dell’Amministrazione civitavecchiese, è assolutamente contraria alla prospettiva della nuova area vasta, probabilmente temendo che questa possa togliere forza alla Città Metropolitana. Proprio i dem, infatti, governano l’attuale provincia con Roberto Gualtieri e con il suo vice plenipotenziario, Pierluigi Sanna, che, non a caso, mercoledì scorso era in Aula Pucci per cercare di convincere tutti delle buone ragioni per non far proseguire l’iter della nuova provincia del litorale nord. Il sindaco di Civitavecchia Marco Piendibene, però, ha deciso di non sbattere la Porta d’Italia e prima di chiuderla completamente ha provato a mettere un paio di zeppe. Come scrive lo stesso primo cittadino in una nota affidata ai social, lo sfondo politico nel quale procede l’iter per arrivare alla nuova provincia potrebbe presto mutare, per esempio in caso di consultazione popolare e sul punto il sindaco ci tiene a sottolineare che “da parte nostra non c’è alcuna preclusione ideologica sul referendum proposto dall’opposizione, che ovviamente seguirà l’iter previsto dal nostro regolamento consiliare e che se dovesse tenersi, raggiungere il quorum previsto e avere un risultato netto, sarà per noi vincolante come sempre lo è stata la volontà popolare”. Di più. Piendibene ha ben presente che la legge Del Rio potrebbe essere modificata o superata, rinforzando il ruolo delle province e dunque mette in chiaro che “le nostre decisioni riguardano lo stato attuale, che emerge dai dati macroeconomici e dal quadro normativo vigente, che, se dovesse cambiare, ovviamente ci chiamerà a ulteriori riflessioni”.