Siamo ancora ad ottobre e c’è senz’altro tempo per rimettere a posto contesto e classifica. Ma senz’altro, tematiche e contenuti della sconfitta della Roma interna con l’Inter, lasciano perplessità eccome, a Trigoria. E forse stavolta anche in America. Perchè fin qui la sorprendente transizione Juric non porta risultati sperati. Il croato, tecnico storicamente di compattezza e ripartenza, proprio ieri ha scelto di giocarsi la partita, tessere e palleggiare. Ma senza colpire: impostazione sbagliata. Soprattutto, in un sistema di gioco a tre, i quinti non sono all’altezza di un club che debba nutrire ambizioni Champions. E proprio ieri sono costati chiari. E’ l’Inter a colpire, break e ripartenze affamate e Lautaro vecchio stampo e spolvero. Ma l’aspetto è che proprio l’Inter a colpire sugli orrori dei quinti: Zalewski reintregrato su richiesta del tecnico che perde pallone orripilante a questi livelli, Celik che lascia la sfera lì al limite dell’area servendo la botta non di uno qualsiasi bensì Lautaro. Insomma. Impostazione sbagliata. E scelta di un sistema non adatto agli interpreti. Davanti Dybala deve ancora trovare la forma migliore, Pellegrini meglio e frizzante ma incide poco, Dovbyk lotta e combatte ma non gli è mai permesso di trovare pertugio giusto. Dubbi, perplessità, riflessioni. E più di qualcuno ambisce al ritorno di De Rossi. La classifica resta comunque corta, ma le altre viaggiano: l’Atalanta è comunque realtà e ha vinto ancora, quelle del Nord restano sempre favorite e inseguono il Napoli. La possibilità di fallire la missione Champions resta tremendamente concreta anche quest’anno. Responsabilità dei Friedkin, nella maniera più assoluta.
Sport
21 Ottobre 2024
La mesta di Roma di Juric, una transizione che non funziona: l’Inter ennesimo specchio della stagione giallorossa