VITERBO – Si attendono aggiornamenti ufficiali sugli scavi in corso a piazza del Comune, zona attenzionata dalla Soprintendenza in seguito alla scoperta di fognature e particolari murature.
Sulla questione torna a esprimersi l’assessore ai Lavori Pubblici Stefano Floris, l’unico a poter parlare ufficialmente, in quanto la Soprintendenza, così come gli archeologi occupati negli scavi, restano in attesa di conferme.
“Gli aggiornamenti sono pochissimi, perchè a causa del meteo e di impegni pregressi dell’archeologo, abbiamo fatto pochi passi avanti”, ci spiega Floris al telefono. La pioggia battente degli ultimi giorni, infatti, sta complicando non poco i lavori, rallentando ovviamente la loro risoluzione che – almeno inizialmente – era prevista per le prossime settimane.
L’assessore, mette anche nero su bianco che “Apparentemente, tutto quello emerso fino ad oggi, non sembra riconducibile a tempi remoti”, smentendo indirettamente le tantissime ipotesi che sulla stampa continuano a emergere di giorno in giorno, neanche fosse una puntata di Mistero.
Floris, in ogni caso, mette le mani avanti: “Ma attendiamo sempre la relazione finale dei tecnici per dare notizie certe – conclude, facendo un piccolo pronostico – Forse la settimana prossima potremo dire qualcosa di più preciso, sempre che non continui a piovere”.
Tra le ipotesi che nel frattempo continuano a moltiplicarsi, vi è quella che i reperti fino a oggi emersi potrebbero essere riconducibili all’antico cimitero della limitrofa chiesa di Sant’Angelo di Spatha. Una possibilità che non può di certo essere scartata e che già avevamo personalmente ricordato all’assessore all’inizio del 2024, in occasione di un’intervista sui lavori di ripavimentazione.
Nello specifico, questa era la domanda che avevamo rivolto esplicitamente all’assessore, preannunciando la possibilità del ritrovamento del cimitero.
Degli archeologi sono abbastanza convinti che sotto Piazza del Plebiscito possa trovarsi il cimitero dell’adiacente chiesa di Sant’Angelo in Spatha. Non c’è il rischio che i lavori incappino in qualche resto storico e che si interrompano?
Così rispose Stefano Floris: “L’intervento dei tecnici geologi/geofisici mira proprio come detto in precedenza a vagliare l’area di intervento e ad individuare con discreta precisione, ogni eventuale emergenza archeologica nel sottosuolo, sia essa legata alla presenza di vuoti volumetrici sotto la piazza, oppure attribuibile alla presenza di eventuali resti edificatori e/o antiche sepolture dell’adiacente chiesa. Consideri comunque che in questa prima fase, il cantiere si mantiene a debita distanza dalla chiesa, per cui credo che possa essere esclusa la presenza di sepolture. Inoltre in generale la profondità di scavo non supererà mai i ~50 cm dal piano attuale della piazza, quindi i lavori si manterranno ad una quota di sicurezza rispetto a possibili interferenze con emergenze archeologiche, in un orizzonte stratigrafico certamente già antropizzato negli anni passati”.