Una due giorni di Champions a luci e ombre per le azzurre. Per le italiane, per le nostrane. Vittorie e sconfitte. Gioie e delusioni. Pesante il successo dell’Inter che coi cambi sbanca Berna, rispettando i pronostici, sì, ma di una gara mai semplice, in casa Young Boys. Classiche partite insidiose che però devi portare a casa se ambisci a chiudere il maxi girone tra le prime otto, quella che si qualificheranno direttamente agli ottavi, saltando i rognosissimi sedicesimi. E l’Inter è tra le grandi con 7 punti su 9, decide la panchina lunga, decide l’ingresso di Thuram e quel timbro in pieno recupero per l’uno a zero nerazzurro finale. Chi ambiva a far meglio è senz’altro l‘Atalanta, che domina la partita col Celtic ma lei no, non rispetta i pronostici: tanta imprecisione, non arriva il guizzo, non arriva il vantaggio, non crolla il muro scozzese e soltanto reti inviolate. Ancora peggio la Juventus, che stavolta si complica la vita e palese quanto e come, almeno livelli europei, l’evoluzione sia un processo lungo. Da Allegri e Motta cambia tutto. Se poi l’ambiente ha sottovalutato lo Stoccarda, soltanto per una partenza in Bundes al di sotto delle aspettative dopo un campionato stellare come quello della passata stagione per qualità uscite tutte fuori a Torino, il risultato narra sconfitta interna e prime otto posizioni più lontane. Si rimette in pista il Milan che sblocca la classifica e inizia a risalire: tre punti dovevano essere e tre punti sono arrivati, bello e netto tre a uno al Brugge. Stavolta l’uomo in più dal primo tempo è tutto in favore dei rossoneri che colpiscono con gli assi più tecnici, da Pulisic e super Reijnders, annata della sua definitiva consacrazione, addirittura brillante doppietta. Niente da fare invece per Bologna, che continua a girare l’Europa e godersi la fiaba su campi straordinari, ma a Birmingham diventa due a zero per l’Aston Villa. A testa alta, come ad Anfield, ma diventa impensabile adesso anche il solo miraggio sedicesimi. Villa realtà, unica a punteggio pieno come il Liverpool. A sette rivelazioni come Brest e Monaco. Rimettono a posto controllo e contesto le due grandissime di spagna, sia Real (che mesi dopo bissa il successo di Wembley sul Dortmund) così come il Barcellona che, trascinato da un super Raphinha, ribalta totalmente il Bayern in Catalogna. Partita mediatica, brusco passo indietro e crollo bavarese: quattro a uno netto.
Sport
24 Ottobre 2024
Cronache di Champions: due giorni agrodolci per le azzurre, descrizioni e sfumature