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26 Ottobre 2024
Pecoraro Scanio “Il turismo delle radici è una grande opportunità”
ROMA (ITALPRESS) – Dal convegno sul turismo delle radici, organizzato a Bolsena da Glocal Think, Alfonso Pecoraro Scanio presidente della fondazione Univerde, docente nei corsi di laurea di turismo a Milano Bicocca, Roma Torvergata e Napoli Federico ll, ed ex ministro, lancia la sfida di un turismo sostenibile per salvare i piccoli borghi da spopolamento e abbandono anche detassando gli investimenti e diffondendo la connessione digitale.
“Il turismo di chi vuole ritrovare le proprie radici può salvare migliaia di piccoli comuni, frazioni e borghi da abbandono e degrado e garantire una manutenzione del territorio ancora più importante in epoca di cambiamento climatico. Fin da giovane deputato – ha detto Pecoraro Scanio – ho proposto che lo Stato misurasse i propri trasferimenti economici ai comuni non solo sulla base della popolazione ma anche della grandezza del territorio. Tanti piccoli comuni spopolati non hanno risorse e servizi sufficienti . Servirebbe detassare, almeno per un periodo, gli investimenti in questi borghi per un turismo di ritorno dall’Italia e dall’estero e per garantire una connessione digitale che permetta di attrarre i nomadi digitali e chi potrebbe lavorare a distanza almeno per alcuni periodi rivitalizzando le aree interne.”
abr/gsl
“Il turismo di chi vuole ritrovare le proprie radici può salvare migliaia di piccoli comuni, frazioni e borghi da abbandono e degrado e garantire una manutenzione del territorio ancora più importante in epoca di cambiamento climatico. Fin da giovane deputato – ha detto Pecoraro Scanio – ho proposto che lo Stato misurasse i propri trasferimenti economici ai comuni non solo sulla base della popolazione ma anche della grandezza del territorio. Tanti piccoli comuni spopolati non hanno risorse e servizi sufficienti . Servirebbe detassare, almeno per un periodo, gli investimenti in questi borghi per un turismo di ritorno dall’Italia e dall’estero e per garantire una connessione digitale che permetta di attrarre i nomadi digitali e chi potrebbe lavorare a distanza almeno per alcuni periodi rivitalizzando le aree interne.”
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